C'è spazio anche per l'Italia tra i premi assegnati per la 75esima edizione del Festival di Cannes. Il film "Le otto montagne" di Charlotte Vandermeersch e Felix van Groeningen, con Luca Marinelli e Alessandro Borghi nel cast e tratto dal romanzo di Paolo Cognetti, ha vinto il Premio della Giuria ex aequo con "Eo" di Jerzy Skolimowski. "Con 'Le otto montagne" il cinema italiano ancora protagonista" ha commentato il ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Tratto dall'omonimo libro vincitore del Premio Strega nel 2017, il film vede al centro della storia la lunga amicizia tra Pietro e Bruno fin da quando sono giovanissimi. Il primo è un ragazzino di città che si reca in montagna, a Grana in Valle d'Aosta, solo per le vacanze estive, mentre Bruno è un pastore, uno che in mezzo ai monti ci vive tutto l'anno ed è di casa tra i boschi anche di notte. Il padre di Pietro (Filippo Timi) ha cementato l'amicizia tra loro portando spesso con lui il più selvatico Bruno in giro per lunghe escursioni tra vette e ghiacciai.
Passa il tempo e Pietro (Luca Marinelli) e Bruno (Alessandro Borghi) sono ormai adulti e questa volta a rinnovare la loro amicizia è ancora il padre di Pietro. Quest'ultimo si è fatto promettere che alla sua morte Bruno avrebbe restaurato una baita ad alta quota, un impegno che l'affidabile Bruno porterà avanti coinvolgendo Pietro che neppure sapeva di questo lascito. Per i due fratelli-amici questa sarà l'occasione per diventare anche più legati, si tratterà di rimettere in sesto una baita di alta montagna, un po' come la torre di Milarepa, tra mille difficoltà. Se la casa unirà ancora di più i due amici i loro percorsi sono destinati però a dividersi. Pietro cercherà la sua montagna in Tibet, Bruno non lascerà mai i monti di Grana cercando anche una compagna e un figlio. Ma è solo un attimo in lui prevarrà quella ricerca di assoluto e questo fine alla fine arrivando, lui solo, sulla cima del monte Sumeru.