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"Cercasi schiavo, paghe da fame e zero diritti", a Palermo i manifesti provocatori contro il lavoro sottopagato 

A "Dritto e Rovescio" uno degli ideatori della protesta: "Lo stipendio? Di solito non supera i cinque euro l'ora"

"Cercasi schiavo. Per locali, ristoranti e alberghi si offrono paghe da fame e zero diritti". Sono i manifesti provocatori affissi nel centro di Palermo al fine di denunciare le offerte di lavoro sottopagate. L'iniziativa, ideata da un gruppo di giovani siciliani, in origine era partita dall'isola di Lipari e successivamente si è diffusa prima sul territorio siciliano e poi su quello nazionale. A parlarne al programma di Rete 4, "Dritto e Rovescio", è Giorgio uno degli ideatori dell'iniziativa che racconta anche la sua esperienza lavorativa: "Ci definiamo schiavi per le paghe ricevute che non superano di 4,50-5 euro l'ora, senza nessun giorno di riposo", racconta il giovane che fino a poco tempo fa lavorava come barman in uno dei locali più conosciuti della città. 

Ma Giorgio ovviamente non è il solo, come lui ci sono altrettanti giovani che denunciano condizioni lavorative e salariali simili. Lo racconta un'altra giovane che sarebbe stata licenziata dopo essersi rifiutata di lavorare nei giorni festivi senza ricevere nessuna maggiorazione dello stipendio. "Seicento euro al mese per dieci ore di lavoro al giorno", dichiara la ragazza che considera il reddito di cittadinanza una misura di sostegno ragionevole visto il panorama delle offerte lavorative. 

Se da un lato ci sono lavoratori sottopagati dall'altro lato, però, ci sono anche imprenditori che lamentano la mancanza di personale e di volontà da parte dei giovani di lavorare. "Noi paghiamo, ma non troviamo gente professionale in grado di svolgere determinate mansioni", dichiara il gestore di un ristorante di Palermo che poi conclude: "Esistono realtà con lavori sottopagati, ma credo anche che ci sia poca voglia di lavorare". 

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