La transizione ecologica pone sfide strutturali all’industria dell’energia. La più significativa è un atterraggio definitivo nel mondo delle rinnovabili.
Tra le varie declinazioni c’è quella legata alla mobilità, che si prefigge un passaggio dalle auto con motore endotermico verso quelle elettriche. In questo senso il litio è l’oro dei prossimi decenni. La domanda di questo elemento fondamentale per la costruzione di batterie entro la fine del decennio passerà da 600.000 a 2.400.000 tonnellate.
Queste le stime dell’agenzia specializzata Benchmark Mineral Intelligence. Una sfida colossale per l’industria mineraria, che oggi vede un ruolo centrale della Cina nella capacità di estrarre e processare il litio, con il mondo attaccato alle sue forniture. Per questo motivo Elon Musk ha recentemente twittato sull’ipotesi che Tesla diventi anche una società estrattiva. Il motivo sarebbero i prezzi troppo elevati oggi ma anche un’offerta sul mercato che non riesce a stare dietro alla domanda. E questo nonostante il mondo sia ricco di litio ma le procedure di estrazione dalla roccia siano inquinanti, quindi difficili da attuare ex novo agli occhi dell’opinione pubblica. E difficili da coniugare con le stime dell’agenzia internazionale dell’energia, secondo cui la domanda di questa sostanza aumenterà del 4.000% entro il 2040.
In quest’ottica il Messico punta a diventare il leader mondiale nella produzione di oro bianco e la sua Camera dei Deputati, in attesa del Senato, ha approvato una legge che ne nazionalizza le riserve. Il fine dichiarato è la sovranità energetica, ma il giacimento di Bacanora è il più grande del mondo e può produrre fino a 243 milioni di tonnellate, il che metterebbe Città del Messico a dare le carte al tavolo da poker della transizione verso l’elettrico del mondo. Un po’ quello che la guerra in Ucraina ha amaramente reso evidente rispetto al quasi monopolio russo del gas.