La criminalità organizzata "ha avuto cocenti sconfitte ma non è ancora vinta". Lo ha detto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, aggiungendo che ora il fatto che è divenuta un fenomeno transnazionale richiede "una omogeneità di regole e comportamenti" fra diversi Paesi e quindi accordi istituzionali".
Il ministro Lamorgese e il presidente del Consiglio Mario Draghi sono intervenuti al convegno "Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia", organizzato a Milano in occasione dei trent'anni della Dia.
"L'Italia deve avere un ruolo guida a livello europeo nella lotta alla criminalità organizzata - ha dichiarato il premier - Rispetto a 30 anni fa la mafia ha assunto forme nuove ma altrettanto temibili. Non viviamo più l'incubo dello stragismo, ma le mafie si insinuano nei consigli di amministrazione, nelle aziende che conducono traffici illeciti al Nord e al Mezzogiorno. Inquinano il tessuto economico, controllano il territorio con violenza e soffocano la libera concorrenza".
"Le cosche come quelle della 'ndrangheta - ha aggiunto Draghi - si sono diffuse nel Nord Italia, in Lombardia, in Piemonte, in Liguria, in Veneto, in Valle d'Aosta, in Trentino Aldo Adige. Qui si è radicata la mafia imprenditrice. Si impossessa di aziende in difficoltà, si espande in nuovi settori, ricicla denaro sporco, rende inefficaci i servizi, danneggia l'ambiente". Per questo "il contrasto alla criminalità organizzata non è solo necessario per la nostra sicurezza - ha continuato - è fondamentale per costruire una società più giusta".
"Per sconfiggere le mafie, lo Stato deve essere più presente laddove le mafie provano a sostituirsi alle istituzioni. Per questo dobbiamo migliorare i servizi, le reti di assistenza sociale". Per questo, "dobbiamo favorire l'occupazione, soprattutto tra i più giovani, creare opportunità, rafforzare i legami sociali, a partire dai contesti più marginali e svantaggiati. Sono obiettivi al centro dell'azione del Governo - ha assicurato -, in cima alle nostre priorità".