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Anziano trovato morto in un pozzo, la moglie di Beppe: "Qualcuno lo ha buttato, ma di certo non io"

La donna a "Pomeriggio Cinque": "Quando è andato via ci ha detto che si sarebbe fatto sentire lui"

"Mio marito non ci è andato da solo nel pozzo qualcuno lo ha buttato, ma di certo non io o la mia famiglia". Così Marta la moglie di Giuseppe Pedrazzini respinge tutte le accuse sulla morte del marito trovato in un pozzo a Toano (Reggio Emilia), martedì 10 maggio. La donna, in esclusiva a "Pomeriggio Cinque", parla delle condizioni di salute dell'anziano che dal mese di dicembre non guidava più e non usciva di casa da solo perché "aveva male alle gambe". Dopo il ritrovamento del cadavere di Giuseppe, Marta, la figlia Silvia e il genero Riccardo sono stati accusati di occultamento di cadavere e sequestro di persona, ma la moglie di Beppe si dichiara innocente e difende la figlia e il genero. 

Ai microfoni del programma di Canale 5, Marta racconta il giorno in cui il marito si è allontanato dalla loro casa: "Quel giorno io ero a fare la spesa, mia figlia mi ha detto che qualcuno ha caricato Beppe in macchina". Da quel momento Giuseppe, però, non ha fatto più ritorno a casa ma nessuno della famiglia ha denunciato la sua scomparsa. "Mi ha chiamata e mi ha detto che si sarebbe fatto sentire lui - rivela Marta che aggiunge - avevo la speranza che tornasse per questo non abbiamo denunciato la scomparsa". La moglie di Beppe racconta poi che il marito avrebbe portato con sé una borsa con un cambio, ma quando è stato ritrovato senza vita nel pozzo "aveva indosso la stessa tuta con la quale si è allontanato da casa". "Ci aveva detto di non preoccuparci - ribadisce la donna - per questo abbiamo atteso per la denuncia". 

La denuncia della scomparsa di Pedrazzini, però, non è mai stata fatta da Marta o dalla figlia ma da un nipote di Beppe che non vedeva lo zio da tempo. Adesso contro Marta ci sono anche le accuse dei fratelli e degli altri familiari del marito che sostengono che sia responsabile, insieme alla figlia Silvia e al genero Riccardo, della fine di Giuseppe. "Da mio cognato non mi aspettavo accuse simili - dichiara Marta che spiega - a casa poteva venire chi voleva e non è vero che è stato vietato loro di venire a trovare Beppe nei mesi scorsi. A mio cognato non fa piacere avere gente in casa e se ha allontanato qualcuno lo ha fatto solo per non fare agitare Beppe che non stava molto bene". 

Marta infine fa sapere che sarà presente ai funerali del marito: "Dopo quello che è successo non dormo più la notte - racconta e conclude - la mia coscienza, però, è tranquilla". 

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