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Sport, bastano 10 minuti al giorno per salvare il mare: come fare

In vista della Giornata mondiale degli oceani, un’iniziativa alla portata di tutti per contribuire concretamente alla riduzione dei rifiuti plastici

Proteggere il mare dai rifiuti plastici. In vista della Giornata mondiale degli oceani, che cade ogni anno l’8 giugno, torna un’iniziativa che incoraggia la comunità globale degli sportivi a trasformare gli allenamenti in un contributo reale a favore dell’ambiente. La Run for the Oceans 2022 prevede quest’anno anche nuove discipline per essere sempre più inclusiva ma, soprattutto, un’azione concreta davvero alla portata di tutti.

COME SI PARTECIPA - Organizzata da adidas e dal suo partner di lunga durata Parley for the Oceans, la Run for the Oceans intende promuovere un cambiamento effettivo avvalendosi del contributo di chiunque e ovunque nel mondo. Per aderire ed essere parti attive, è possibile iscriversi fino all’8 giugno prossimo su adidas.com/runfortheoceans e partecipare dalla app adidas Runtastic o su Joyrun, Codoon, Yeudongquan o Strava. Da qui, per ogni dieci minuti dell’attività prescelta – dalla corsa, al tennis, al calcio – registrati dai partecipanti, Parley ripulirà spiagge, isole remote e coste da rifiuti equivalenti al peso di una bottiglia di plastica, prima che raggiungano gli oceani (fino a un massimo di 250 mila kg).

UN IMPEGNO GLOBALE - Dal 2017, la Run for the Oceans ha riunito a livello mondiale più di 8,2 milioni di runner, che hanno percorso in totale oltre 81,7 milioni di chilometri. “Chiamando all’appello la comunità degli sportivi possiamo ispirare un intervento concreto contro i rifiuti plastici, assicurando ai partecipanti un’esperienza in cui le loro azioni e la loro passione per il movimento possano realmente contribuire a ripulire gli oceani”, sottolinea Katja Schreiber, Vicepresidente senior della divisione Sustainability di adidas. Dall’inizio della partnership nel 2015, adidas ha realizzato oltre 50 milioni di paia di scarpe, di cui 18 milioni solo nel 2021, in Parley Ocean Plastic, un materiale ricavato dai rifiuti raccolti sulle spiagge e nelle zone costiere prima che potessero contaminare gli oceani. “È importante che gli impegni del nostro brand riflettano la situazione che stiamo affrontando – spiega ancora Katja Schreiber – ed è per questo che abbiamo fissato l’obiettivo ambizioso di sostituire ogniqualvolta possibile il poliestere vergine con quello riciclato nei nostri prodotti entro il 2024”.