JPLUS, cross-brand eyewear indipendente nato in Italia nel 2009 e acquisito nel 2019 dal gruppo Essequadro, propone occhiali contemporanei, di alta qualità, 100% Made in Italy. Artigianalità della lavorazione, comfort della calzata, spirito eco-friendly, minimalismo delle silhouette, alto pregio dei materiali: questi gli ingredienti dell’eyewear firmato JPLUS.
Alessandro Martire, fondatore e direttore creativo del brand, ispirandosi al movimento artistico-culturale della Beat Generation, concepisce le sue collezioni come quell’inno alla vita e alla libertà che già cantava nei suoi brani Nina Simone, trasponendo gli stessi principi di innovazione e sperimentazione, al di fuori delle regole convenzionali, nelle forme e nelle linee dei propri occhiali.
Personaggi come Janis Joplin, Jimi Hendrix e John Lennon hanno ispirato i primi modelli: stile, entusiasmo e fame di vita, tipici della Beat Generation, rivivono in questa linea eyewear dal mood street-elegant, sempre vicina ai desideri del pubblico. Partendo da un design classico, Alessandro Martire reinterpreta con sofisticata eleganza i pezzi iconici del passato, utilizzandoli come base per la costruzione di una collezione più articolata e complessa, in un mix equilibrato tra tradizione e tecnologia d’avanguardia.
In una filosofia progettuale che rimanda alle discipline del Disegno Industriale, Moda, Visuals e Arte, i prodotti JPLUS, pur accessibili a tutti, sono pensati per durare nel tempo, distinguendosi sul mercato dell’occhialeria per ricercatezza, estro e originalità.
Alessandro, com’è nato JPLUS?
Girando per i vari mercatini vedevo molti ragazzi alla ricerca maniacale di occhiali vintage, con una storia e una poesia. Il canale tradizionale di vendita e i grandi gruppi, in termini di proposta, erano scollegati dal sentimento che spinge a scovare prodotti con maggiore personalità e meno omologazione. JPLUS è nato con l'obiettivo di riportare alla luce quel mondo intriso di storia in chiave contemporanea, con maggiore qualità, personalità, trasversalità e sostenibilità: “qualità”, che deriva dai materiali, tutti certificati e Made in Italy; “personalità”, che emerge dal tratto colorato in basso a sinistra, volto a riprodurre la forma della J, iniziale del brand, elemento distintivo di un prodotto indipendente e no logo, simbolo di riconoscibilità dell’occhiale e dei valori che custodisce; “trasversalità” poiché la prima collezione da sole era unisex; “sostenibilità” in quanto, sin dagli esordi, si è posta l'attenzione sull'utilizzo di materiali riciclabili, sia per il packaging che per tutti gli accessori correlati all'occhiale.
Quali sono le cifre stilistico-distintive dei vostri occhiali? Come mai questo forte richiamo alla Beat Generation?
La Beat Generation è stato un movimento giovanile americano di sperimentazione e quindi di rottura degli schemi. Tra gli elementi centrali della cultura “Beat” c’era l’innovazione dello stile, l’interesse per le religioni orientali, la massima espressione di libertà propria ed altrui, tutti valori che ho sempre condiviso e che oggi purtroppo sono fortemente minacciati. Nelle collezioni JPLUS è preponderante il rigoroso utilizzo del tratto colorato, ma è altrettanto rilevante la scelta di alcune linee tirate, che danno carattere alla collezione...insomma, quel PLUS che le contraddistingue! Per il resto, la nostra è una continua ricerca e sperimentazione: volumi, forme e spessori possono mutare negli anni. Mi piace comunque pensare che ogni nuova pagina scritta sia collegata alla precedente e che, nel tempo, venga sempre rispettata la coerenza progettuale, in ottica chiaramente evolutiva del prodotto.
In che senso possiamo parlare di un mood street-elegant per definire le vostre collezioni?
Da sempre ho cercato di sdrammatizzare i prodotti, proponendo una sorta di rinnovata forma di eleganza, più rilassata e personale. Mi piace veder coesistere concetti diversi in equilibrio tra loro. Nella vita, come le persone, anche i prodotti possono cambiare e contaminarsi, a patto che ci sia una profonda conoscenza e che non tradiscano se stessi.
Che importanza assumono artigianalità Made in Italy e scelta dei materiali nell’ambito della vostra produzione?
JPLUS è un brand prodotto interamente in Italia. Esiste oramai una consolidata convivenza tra tecnologie avanzate e vocazione artigianale dei nostri operatori. Tutti i passaggi di rifinitura, incluse le lucidature, le lavorazioni sulla materia prima – come incisioni, incollaggi di una certa difficoltà e pregio oppure l’inserimento di componenti che aumentano il valore del prodotto stesso – vengono sempre eseguiti da mani esperte. Per usare una metafora, poesia e prosa convivono in un perfetto equilibrio tra di loro. In merito alla scelta dei materiali, siamo in costante ricerca non solo dell'altissima qualità, ma anche di composti sostenibili e di processi produttivi che riducano al minimo il consumo di energia e di eccedenze. JPLUS è in partnership con le migliori fabbriche di acetato. Una parte considerevole della collezione è realizzata in bio acetato M49, 100% eco-friendly. Tutte le lenti solari hanno una protezione 100% UVA e UVB, e la maggior parte è processata con trattamento antiriflesso per migliorare la qualità visiva e la definizione.
Quali sono i modelli di punta che proponete per questa SS2022?
Aiko, Sofia, Astrid, Micol: questi modelli condensano al meglio la cifra stilistica della maison, rendendo tributo ed omaggio ai valori fondanti e al desiderio di personalizzazione dell’occhiale, che diventa parte integrante della quotidianità di chiunque lo indossi. Le forme over-size e le linee estremamente tirate sono reinterpretate e rimodulate in chiave più concettuale e dettagliata. I colori utilizzati, oltre ai classici nero e havana, sono il blu, il verde, il terra, il cipria e il rosa antico, tutti a base cristallo; tonalità non troppo accese e un po’ desaturate, in linea con lo stile JPLUS.
Durante la collaborazione con Costume National avete realizzato occhiali personalizzati per personaggi come Vincent Gallo, David Bowie e Lady Gaga. Ma, più in generale, a quale pubblico vi rivolgete?
Durante la collaborazione con Costume National abbiamo realizzato alcuni prodotti dedicati a particolari look durante la fashion week, che sono poi stati indossati anche da molti personaggi noti. I valori del brand sono autenticità, sperimentazione, contaminazione e massima libertà di espressione. Parlo di valori e non di stile perché mi piacerebbe che gli occhiali JPLUS venissero indossati proprio da un pubblico che incarni questo modo di approcciarsi alla vita.
Progetti e sogni per il futuro di JPLUS?
Quest’anno è stata presentata una collezione che definisco "private collection”: una raccolta di occhiali che utilizzo personalmente, comprati in giro per il mondo e rivisitati. È stata realizzata solo in colore nero, in quanto ogni pezzo viene inciso a mano da un gioielliere italiano, che interferisce direttamente sulla materia. Si tratta di un progetto a cui tenevo molto, che va a completare l'offerta uomo/unisex e che, grazie a Stefano Scauzillo, owner e CEO del Gruppo Essequadro, siamo riusciti a presentare al Mido 2022. Per quanto riguarda i sogni per il futuro, a livello personale, confido che si possa riprendere a respirare quell’ottimismo e quella leggerezza che ci permetteranno di tornare a vivere – e a convivere – più serenamente.