Ruby,chiesto conflitto attribuzione
I capigruppo di maggioranza, Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni e Luciano Sardelli hanno appena inviato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, una lettera nella quale chiedono di sollevare conflitto di attribuzione nei confronti della Procura e del gip di Milano, "a tutela delle prerogative della Camera sulla vicenda Ruby". "Data l'assoluta infondatezza - prosegue il comunicato - dei capi di imputazione ascritti al premier".
"All'Organismo parlamentare - si legge - non può essere sottratta una
propria autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine giudiziaria. Né tantomeno ove non condivida la conclusione negativa espressa dal Tribunale dei ministri, la possibilità di sollevare conflitto d'attribuzioni davanti alla Corte costituzionale, assumendo di essere stata menomata per effetto della decisione giudiziaria, della potestà
riconosciutale dall'Articolo 96 della Costituzione''.
A poco più di un mese dalla prima udienza sul
caso Ruby con il premier sul banco degli imputati, la maggioranza interviene chiedendo di sollevare il conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato. In sostanza, si chiede che il caso
sia spostato dal tribunale di Milano al Tribunale dei ministri.
E' la Camera che ha votato in questo senso, hanno ricordato i tre capigruppi di maggioranza nella lettera al presidente Gianfranco Fini. Fabrizio Cicchitto del
Pdl, Marco Reguzzoni della
Lega, Luciano Sardelli
dei Responsabili hanno scritto al presidente alla Camera per sottolineare come i
magistrati milanesi di fatto stiano
contravvenendo a quanto stabilito con un voto
dall'assemblea di Montecitorio, ossia che la competenza sulla vicenda Ruby è del Tribunale dei ministri.
I tre
capigruppo si richiamano quindi al
dibattito che si è avuto in
Giunta per le Autorizzazioni e poi in Aula sulla richiesta di
perquisire gli uffici del ragioniere di Berlusconi,
Giuseppe Spinelli. Siccome Montecitorio, in quell'occasione, decise di rimandare gli atti alla procura di Milano considerando
competente il Tribunale dei ministri, i tre criticano il comportamento dei magistrati milanesi che sono andati avanti senza tenere in considerazione tale pronuncia. Il loro comportamento ha ''una portata lesiva delle prerogative della Camera'', hanno scritto. I pm avrebbero agito con
"superficialità" quindi e avrebbero così leso le prerogative del Parlamento dando "
un'interpretazione scorretta" della normativa.
Il 28 febbraio Fini, intervenendo in una trasmissione televisiva, aveva già dato una risposta prima ancora che la lettera dei capigruppo di maggioranza arrivasse sul suo tavolo. "Non ci sono precedenti. La decisione sarà presa alla luce del regolamento della Camera, dopo riunioni dell'ufficio di presidenza e della giunta del regolamento", aveva detto Fini e il 2 marzo ci sarà appunto una riunione dell'ufficio di presidenza della Camera e non è escluso che la questione venga affrontata in quella sede.
Intanto è insorta l'opposizione. Per
Dario Franceschini del Pd è "incredibile che i capigruppo della maggioranza, anziché portare in aula provvedimenti che riguardano gli italiani, siano solerti solo sui provvedimenti che sono fondamentali per bloccare i processi del presidente del Consiglio".
Per Marilena Samperi "la maggioranza ha chiesto di sollevare il conflitto di attribuzione solo perché vuole negare l'autorizzazione a procedere nei confronti di Silvio Berlusconi". E' il giudizio della capogruppo democratica alla Camera che sottolinea come sia "umiliante per il Parlamento la tesi che Berlusconi abbia telefonato in procura a Milano per salvaguardare un interesse pubblico o tutelare un rilevante interesse dello Stato. La verità è che stanno
usando il Parlamento per metterlo al servizio dei
vizi privati del premier e la richiesta del
Tribunale dei ministri serve solo ad evitare il processo a Berlusconi", ha concluso.
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