LA LETTERA DEL PREMIER

Draghi a Casellati: "Varare il ddl Concorrenza entro maggio"

Il premier richiama i partiti a sbloccare il provvedimento, ancora in stallo per via del disaccordo sulla questione dei balneari, al fine di rispettare "gli impegni assunti con il Pnrr, entro il mese di dicembre 2022"

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Il premier Mario Draghi ha scritto una lettera al presidente del Senato in cui chiede tra l'altro che il ddl Concorrenza venga approvato entro maggio. Maria Elisabetta Alberti Casellati ha girato il testo al presidente della decima commissione di Palazzo Madama e a tutti i capigruppo. I contenuti della missiva saranno oggetto di discussione alla prossima conferenza dei capigruppo, che si terrà martedì alle 15.

Il nodo dei balneari - Il giorno dopo il Consiglio dei ministri lampo di giovedì, con il richiamo ai partiti a sbloccare il provvedimento, Mario Draghi fa un nuovo passo, scrivendo al presidente del Senato, dove il ddl è fermo da mesi alla Commissione Industria a causa del mancato accordo tra i partiti, in particolare sulla questione dei balneari. Nella lettera Draghi ricorda che il ddl è stato presentato al Senato il 3 dicembre scorso e segnala che la commissione ha fissato il termine per gli emendamenti e i sub emendamenti fra il 14 e 17 marzo scorso e "ad oggi, malgrado numerose riunioni con le forze parlamentari, le operazioni di voto non risultano effettivamente iniziate". "Coerentemente con gli impegni assunti con il Pnrr, entro il mese di dicembre 2022 - conclude Draghi - risulta necessario approvare non solo il disegno di legge annuale sulla concorrenza e il mercato, ma anche i relativi strumenti attuativi".

Il pressing sui partiti - "Il Pnrr - osserva il presidente di Confindustria Carlo Bonomi - ci dà una grande occasione per fare le riforme che però sono ferme. Il premier ha dovuto convocare d'urgenza il CdM per richiamare tutti agli impegni presi". Da martedì il provvedimento sarà all'esame della Commissione Industria di Palazzo Madama: in quella sede i partiti tenteranno di arrivare a un'intesa sui balneari. Ma non sarà facile chiudere in pochi giorni uno scontro che va avanti da mesi. Il Pd spinge per un rapido via libera. Anche l'ala "governista" di Forza Italia appoggia apertamente l'iniziativa di Draghi, mentre quella più vicina alle associazioni tiene il punto: secondo Massimo Mallegni, senatore e capo del dipartimento Turismo azzurro, "la questione dei balneari non c'entra proprio nulla con il Pnrr". "Non si perde nulla se aiutiamo 30mila imprese italiane e 1 milione di addetti nel suo complesso. Se poi qualcuno che sta al Governo si è accordato per svendere il nostro Paese alle multinazionali del nord europea allora - attacca - che lo dicessero". Toni simili a quelli scelti da Giorgia Meloni: "Le 30mila nostre imprese - osserva la leader FdI - hanno investito soldi sulla base di concessioni e rispettando la legge, domani tutto deve andare all'asta? Allora a vincere sono le multinazionali straniere". Ma dalla kermesse azzurra di Napoli interviene Silvio Berlusconi, che smorza le polemiche appoggiando implicitamente il premier: "Noi volevamo un po' più tempo ma va bene anche così. Abbiamo giorni sufficienti. Se dall'altra parte ci sarà razionalità e buonsenso - osserva - si può fare tutto entro fine maggio". Più freddo Matteo Salvini: il leader della Lega, pur assicurando che alla fine "si troverà un'intesa come accaduto per il catasto".

La sollecitazione scritta - La novità è la lettera del premier alla seconda carica istituzionale della Repubblica, dai toni particolarmente decisi: "Nel rispetto delle prerogative parlamentari - scrive Draghi - senza una sollecita definizione dei lavori del Senato" con l'iscrizione in Aula del ddl sulla concorrenza "e una sua rapida approvazione entro fine maggio, sarebbe insostenibilmente messo a rischio il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del Pnrr". La pazienza di Draghi è finita. E forse non a caso, stamani, rispondendo agli studenti nel corso della visita a una scuola nel veronese ha ricordato qual è la sua idea di governo: "La responsabilità la sento molto. E questo è parte della serietà. Guidare un Paese in un momento difficile è responsabilità. Ma la responsabilità è anche agire, fare le cose".

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