Tra inflazione e stipendi bassi, gli italiani scelgono sempre più spesso il discount per fare la spesa
Con la diminuzione del potere d'acquisto degli stipendi, cambiano le abitudini delle famiglie. Secondo una ricerca firmata NielsenIQ, player e istituzioni devono fare squadra per supportare la spesa dei consumatori.
L'inflazione, che sta coinvolgendo trasversalmente tutte le categorie di prodotti, condiziona pesantemente le abitudini d'acquisto degli italiani, che soffrono la perdita del potere d'acquisto dei loro stipendi e, mentre l'economia rallenta, vanno incontro a un autunno caldo sul fronte dei prezzi. NielsenIQ spiega che molte famiglie saranno costrette ad adeguare i loro stili di consumo a una ridotta capacità d'acquisto.
Secondo la ricerca, ai discount si rivolge un numero crescente di famiglie, penalizzate da entrate ferme e costo della vita in salita. D'altro canto, i player del largo consumo si ritrovano a dover gestire uno scenario in profonda trasformazione. Sono alcune delle indicazioni che emergono dall'analisi sui consumi nella grande distribuzione svolta da NielsenIQ e presentati in occasione de "Linkontro", appuntamento della comunità del largo consumo che torna a riunirsi quest'anno in Sardegna - con la partecipazione di circa 600 manager in rappresentanza di oltre 200 aziende - dopo due anni di pausa imposta dalla pandemia.
Inflazione teorica e reale - L'inflazione teorica corre ma pare sempre più consolidata la tendenza che la variazione reale dei prezzi si mantiene ben al di sotto di quella teorica perché, con il salire del costo della vita, si modifica profondamente il comportamento dei consumatori. E, se nel primo trimestre dell'anno i beni del Largo consumo confezionato segnano un deciso declino, l'effetto Pasqua (+8% ad aprile) contribuisce al bilancio finale positivo del quadrimestre, con un +1%.
Discount e largo consumo - D'altra parte, secondo la ricerca firmata NielsenIQ proprio la forte inflazione ha determinato la crescita dei discount, dove il settore dei prodotti super-scontati guadagna un punto rispetto al 2019 avvicinandosi al 20% del valore, mentre resta solida e sostanzialmente stabile la categoria dei supermercati, al 38,3%. Cresce anche il valore dell'e-commerce, arrivato a una quota pari al 2,6%,In tale situazione i player del settore e le istituzioni devono fare squadra, adottare nuove strategie per affrontare lo scenario attuale e supportare la spesa dei consumatori italiani.
Selezione dei prodotti - Se l'inflazione teorica è oggi intorno al 4,8% (ma le previsioni parlano del 6%), le variazioni reali si fermano al 2,6%. Il motivo di questa discrepanza è il forte cambiamento dei comportamenti dei consumatori, che hanno modificato i prodotti in carrello andando a cercare quelli meno cari. NielsenIQ ribadisce, infatti, che molto famiglie saranno costrette ad adeguare i loro stili di consumo a una ridotta capacità d'acquisto.
Player e istituzioni - "In uno scenario tanto complesso quanto drammatico, le diverse realtà operanti nel largo consumo, come retailer e manufacturer, devono collaborare per delineare linee guida e strategie da seguire - spiega l'amministratore delegato di NielsenIQ Italia Luca De Nard -. Fare network e indirizzare gli sforzi congiunti del mercato e del governo è quanto mai fondamentale per supportare consumi sempre più polarizzati e consumatori meno fidelizzati, in cerca del prezzo più vantaggioso per attutire il colpo".
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Luca De Nard
Tra inflazione ed economia in frenata - In tale scenario, con un'inflazione che sta diventando un elemento strutturale del mercato, accompagnato dalla recessione legata all'evoluzione della pandemia e della guerra, le tendenze del mercato della grande distribuzione sono difficili da individuare, anche perché in un quadro così complesso le più piccoli variazioni possono avere un impatto pesante. La perdita d'acquisto è l'unica certezza in uno scenario che si preannuncia sempre più complesso.