Ad "Amici 21" ha fatto un percorso in crescendo e alla fine Luigi Strangis la vittoria se l'è meritata tutta. Poco più di vent'anni ma con una cultura musicale da veterano, Luigi ha messo insieme la sua curiosità che lo ha portato dal punk al blues passando per il rock e i grandi degli anni 70, per mettere insieme un proprio gusto musicale che già dai primi inediti si è declinato in un piacevole eclettismo. "Non mi piace mettermi paletti, voglio essere libero di fare quello che mi sento" dice il giorno dopo la vittoria nel talent di Maria De Filippi. E in attesa dell'uscita del suo Ep, "Strangis", il 3 giugno, il pensiero va ai genitori: "Con i soldi della vittoria voglio regalare una vacanza ai miei che se lo meritano perché mi hanno sempre supportato".
D'altro canto in questa vittoria il peso della sua famiglia non è indifferente. A partire dall'influenza che suo padre ha esercitato nella sua formazione musicale ("Ho iniziato ad ascoltare le prime cose grazie a lui, da piccolo ascoltavo con lui da Pino Daniele a Battiato"), fino ad arrivare alla spinta che i genitori gli hanno dato per convincerlo ad affrontare un'avventura che lui fino all'ultimo ha accolto in maniera riluttante. "Ci sono state diverse discussioni in casa - racconta -, perché i miei volevano che provassi a partecipare ad 'Amici' mentre io non mi sentivo ancora pronto per affrontare un'esperienza di questo tipo. Alla fine mi sono convinto ed è andata bene. E ne sono uscito maturato e cambiato sotto tutti i punti di vista, sia quello musicale che quello caratteriale".
Per il futuro Luigi ha deciso di stare con la 21.Co, giovane etichetta nata in casa "Amici": dei quattro fondatori infatti due sono ex concorrenti, Giordana Angi e Briga, e gli altri due sono Gabriele Costanzo, figlio di Maria De Filippi e Maurizio Costanzo, ed Emanuela Sempio, autrice dei programmi Fascino. "Con Maria c'è stato un rapporto di confronto e ci siamo capiti molto - dice Luigi -. La scelta discografica nasce da una mia scelta, dalla volontà di continuare un percorso con le persone con cui ho già lavorato, che già mi conoscono e sanno quello che voglio - spiega -. E comunque mi lasciano molto libero nelle mie scelte. E' una grande famiglia e sono sicuro che starò molto bene con loro. E per me è fondamentale stare bene all'interno di un gruppo di lavoro".
E il gruppo di lavoro è importante perché dopo aver vissuto per mesi in una realtà ovattata come quella del talent, in cui il mondo esterno arriva inevitabilmente filtrato e con il contagocce, adesso Luigi deve camminare sulle sue gambe."Ho davanti un mondo del tutto nuovo che scoprirò pian piano ma con tanta voglia di lavorare - afferma -. Questo è solo l'inizio di un percorso che spero vada avanti per molto tempo. Un po' di timore c'è ma è umano ed è anche sano che ci sia". Per il futuro non si pone tappe forzate ma vuole lasciarsi aperte diverse possibilità: un pezzo estivo? "Perché no, ma la musica è una cosa che arriva istintivamente. Quindi se arriverà sarà in naturale, non perché devo farla"; Sanremo? "Sarebbe un onore calcare quel palco ma se devo arrivarci deve essere con un pezzo che valga veramente". Insomma, Luigi ha idee chiare e consapevolezza dei propri mezzi ma anche piedi per terra e voglia di non bruciare le tappe.
Nella scuola Luigi si è distinto anche per un percorso musicale che ha spaziato tra i generi ma anche tra le ere, ripescando e facendo suoi brani degli anni 60, 70 e 80 che non sono esattamente pane quotidiano per molti della sua generazione. "Mi rendo conto che molti dei miei ascolti non siano all'ordine del giorno tra i ragazzi della mia età, ma sono storia e non va dimenticata - afferma -. Amando la musica suonata è inevitabile che io vada verso quei generi lì. Sono quelli che hanno più radici musicali e allo stesso tempo sono le radici di quello che si ascolta oggi. Come si fa a non essere affascinati da figure come David Bowie, Prince o Elvis Presley?".
Durante la sua permanenza ad "Amici" Luigi ha colpito anche per il suo essere polistrumentista: suona il contrabbasso, il pianoforte, la batteria e le percussioni e "ogni tipo di chitarra" ("Anche mandolino e ukulele, ma più per gioco"). E per i ragazzi si pone come ulteriore esempio per un ritorno alla musica suonata dopo anni abuso del computer. "Il ritorno della musica suonata per me è una boccata di ossigeno - dice -. Il fatto che i ragazzi stiano tornando ad appassionarsi a suonare veramente mi fa sentire meno solo. Fermo restando che se le cose dovessero cambiare di nuovo io continuerei per la mia strada. Ho iniziato suonando e finirò suonando".