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Caso Camici, Fontana: "Ferito da squallide strumentalizzazioni, sul mio conto cose irripetibili"

Il presidente della Regione Lombardia parla a "Mattino Cinque News" dopo essere stato prosciolto: "Volevano costringermi a dimettermi"

"La situazione era chiara fin dall'inizio, noi eravamo nella prima ondata del Covid e da Roma non arrivavano né camici, né mascherine. Contro di me strumentalizzazioni squallide per delegittimarmi". A "Mattino Cinque News" il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha parlato dopo essere stato prosciolto dall'accusa di frode in pubbliche forniture per il caso dell'affidamento nell'aprile 2020 da parte della Regione di circa mezzo milione di euro di 75mila camici e altri dpi a Dama, società del cognato Andrea Dini.

"La cosa anomala è che sia avvenuto nel momento in cui eravamo in piena fase di emergenza - ha spiegato Fontana - ma la cosa che più mi ha ferito sono state le strumentalizzazioni che sono state utilizzate dalle altre forze politiche per costringermi a dimettermi dicendo cose irripetibili sul mio conto. I giornali hanno scritto e narrato storie fantasiose, nel momento in cui tutti avremmo dovuto unirci per trovare le soluzioni migliori, sono partite delle campagne per delegittimare la giunta del centro destra. Tutte le scelte che ho fatto le ho fatte sempre per cercare di contrastare la pandemia".

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