La Commissione europea annuncerà il taglio delle stime di crescita dell'Eurozona per il 2022 dal 4% atteso a febbraio al 2,7%. L'inflazione volerà invece al 6,1%, contro il 3,5% previsto nelle stime invernali. E' quanto riferisce Bloomberg, citando una bozza delle previsioni di primavera che saranno presentate lunedì. A incidere sul taglio del Pil e la fiammata dei prezzi "l'invasione russa dell'Ucraina e le sanzioni imposte a Mosca" che insieme "hanno oscurato le prospettive per l'economia globale".
L'onda d'urto della guerra in Ucraina sull'Eurozona non risparmia nessuno, Italia compresa. La contrazione sarà generalizzata e per l'Italia dovrebbe portare al taglio di oltre un punto e mezzo del Pil rispetto al 4,1% prospettato a febbraio. Un dato in linea con quanto preannunciato nelle scorse settimane dal commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, che a più riprese aveva indicato come le prospettive di crescita del 4% per l'intera zona euro prefigurate a febbraio - soltanto pochi giorni prima dell'inizio dell'aggressione di Putin - fossero ormai "fuori portata".
Seppur ormai presagito, l'impatto del conflitto sull'economia, unito alla corsa dell'inflazione (al 7,5% nell'Eurozona ad aprile, quasi quattro volte oltre l'obiettivo del 2% della Banca centrale europea) e agli effetti sulle catene di approvvigionamento già sotto stress, mette a rischio gli sforzi compiuti dai governi europei in questi due anni per resistere alla crisi del Covid. Con i piani di recupero e resilienza nazionali (Pnrr) nel pieno della loro attuazione e una realtà completamente capovolta rispetto a tre anni fa, segnata oggi da livelli di debito inediti - ben al di sopra del 100% per Italia, Grecia, Francia, Spagna.
Il trend, del resto, è quello messo in luce anche dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che ad aprile aveva previsto un peggioramento per l'intera economia mondiale, con una crescita in calo al 3,6% nel 2022. E la scure che va a colpire pesantemente anche la locomotiva d'Europa, la Germania, che per bocca del suo stesso ministro delle Finanze, Christian Lindner, pochi giorni fa ha dovuto ammettere di trovarsi "probabilmente già all'inizio di una stagflazione". Il tutto mentre l'Ue cerca ancora di trovare la quadra per le nuove sanzioni a Mosca sull'energia, con l'embargo sul petrolio ancora in bilico e il timore di una chiusura dei rubinetti del gas da parte di Putin che alzerebbe ancora di più l'asticella a un possibile blocco energetico totale.