Riesplode il caso delle presunte molestie avvenute durante l'adunata nazionale degli Alpini a Rimini. A far discutere le ultime dichiarazioni del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che difende le penne nere dalle svariate segnalazioni di episodi offensivi ai danni di donne, declassandole a semplici "apprezzamenti". Il primo cittadino ha anche attaccato l'associazione Non Una Di Meno che ha invitato le ragazze a denunciare, definendola "gentaglia".
"Ma stiamo scherzando? Una ha detto: mi hanno detto che ho un bel paio di gambe e mi sono sentita violentata. Quando vediamo passare una bella ragazza, cosa pensiamo? Siamo maschi. Ma stiamo scherzando? Se le avessero detto hai un bel c..., cosa avrebbe fatto allora? Viva gli Alpini! Viva gli Alpini! Vorrei dire a questa persona: Signora guardi che la violenza è un'altra cosa". Queste le parole dal sapore maschilista del sindaco, rilasciate alla tv locale, TeleQuattro. Il primo cittadino appare determinato a prendere le difese di un'istituzione particolarmente radicata nel territorio friulano.
Dunque il polverone su quanto accaduto in Romagna, si rialza. Sulle presunte violenze avvenute a Rimini sarà la magistratura a giudicare ma già si pensa alla prossima Adunata prevista nel 2023 a Udine, proprio in Friuli Venezia Giulia. E gli organizzatori invitano già a distinguere il corpo degli Alpini da ciò che ha fatto scoppiare le polemiche. "Punire i colpevoli ma l'Adunata si farà" conferma l'Associazione nazionale e tutto l'arco parlamentare, da Lega a Pd.
Al sindaco di Trieste risponde, ironizzando, la senatrice dem Tatjana Rojc, che parla di stile cavernicolo, sul modello di "Wilma, dammi la clava". Brucia invece la definizione gentaglia utilizzata da Dipiazza per indicare l'associazione Non Una Di Meno che non tarda a replicare. "La cultura e la società in cui viviamo sono profondamente sessiste e patriarcali - scrivono dall'associazione - e il machismo si respira in ogni ambito della vita fin dalla nascita, è parte dell'educazione che le persone ricevono in questo Paese".
Per Non Una Di Meno "la denuncia dell'innegabile violenza di genere avvenuta durante l'Adunata degli Alpini e sostenuta da tantissime testimonianze, relative anche a precedenti adunate, crea così tanta divisione e viene percepita come una minaccia". Anche perché "non andiamo a cercare un singolo colpevole ma stiamo facendo un discorso sistemico. A questo, infatti, si stanno aggiungendo tantissime altre testimonianze di violenze sessuali che numerose donne in Italia - conclude - in contesti di grandi eventi e non solo, stanno subendo".