JAZZ MEETING

Il pianista e compositore Francesco Cavestri presenta il suo lavoro "Early 17"

“La mia musica vive e si nutre di ciò che ascolto e da cui prendo ispirazione ogni giorno”

di Giancarlo Bastianelli

© Ufficio stampa

Si intitola "Early 17", il progetto che segna l'esordio discografico del pianista e compositore Francesco Cavestri. A dispetto dell'età, il musicista dimostra una grande maturità che non significa solo un mero compiacimento rispetto alla musica che si realizza, ma un voler continuamente apprendere ed ampliare i propri orizzonti. Proprio per questo "Early 17", pur essendo collocabile nell'alveo del jazz, assorbe varie influenze. Prestigiosi anche i collaboratori del disco, che arricchiscono ulteriormente il lavoro. Così lo stesso Cavestri, gradito ospite a "Jazz Meeting", ci parla delle sue molteplici influenze musicali.

La mia musica, dice Francesco, vive e si nutre di ciò che ascolto e da cui prendo ispirazione ogni giorno. Uno dei tratti meravigliosi dell’arte è che offre sempre una gamma di soluzioni inesplorate e quindi sempre nuove; mi piace, come ascoltatore ancora prima che come musicista, navigare nei generi e scoprire sempre sonorità inedite. Questo chiaramente si riflette poi sulla musica che scrivo e interpreto. Riguardo al jazz, è il punto di partenza e il fulcro creativo da cui mi muovo, e in realtà è di per se un genere che va “oltre i generi”. Lo diceva Herbie Hancock: l’essenza del jazz è quella di ricercare sempre soluzioni innovative e spingersi fuori dai confini. È l’essenza del jazz quella di esplorare. 

 
Ad un famoso produttore è dedicato in particolare  l'intro di "Early 17"...
J Dilla ha rappresentato per me, e tutt’ora rappresenta, un emblema di dedizione assoluta e totale verso la propria musica. Era un ossessivo, che passava ore e ore di fila per cercare di migliore il feeling e il groove dei suoi beat, cercando il suono perfetto della cassa e il punto in cui il colpo di rullante suonasse meglio. Il suono della sua ritmica ha fatto storia ed è proprio questa sua fortissima personalizzazione di un sound che l’ha reso un punto di riferimento e che mi continua ad ispirare ogni giorno. La ricerca di un suono personale e caratteristico è il mantra di ogni grande musicista, e lui è riuscito a cogliere a meraviglia questa sfida. 
 
 
Come e quando ascolti musica?
Ogni mattina quando mi sveglio, prima di andare a scuola, mi piace ascoltare almeno 1 ora di musica che non ho mai sentito prima. Questo mi aiuta moltissimo ad avere una visione più globale, ad arricchire il mio linguaggio sempre di più e trovare soluzioni compositive sempre fresche. L’esperienza del mio rapporto con l’hip-hop e l’r&b, che ho scoperto solo nella seconda parte della mia adolescenza, ha rimosso quel posto esclusivo che il jazz aveva tra i miei ascolti fino a quel momento, aprendomi a possibilità espressive e sonore molto più ampie. Tra gli artisti che ho scoperto negli ultimi anni e che continuano a influire tantissimo nel mio sviluppo ci sono: Anderson. Paak, Kendrick Lamar, Robert Glasper, J Dilla, Tyler the Creator, Frank Ocean, Kanye West, Kaytranada. 
 

I musicisti che hanno collaborato a "Early 17", da Fabrizio Bosso a Silvia Donati, sono stati importanti...
Sicuramente, le collaborazioni sono un elemento che mi piace tantissimo approfondire nella creazione di un progetto. Una collaborazione implica che un artista comprenda il messaggio che vuoi trasmettere e lo reinterpreti aggiungendovi un suo tocco di personalità. Lo trovo molto affascinante, e nel mio album le aspettative riguardo le unioni creative non sono state disattese. La figura di Massimo Tagliata, con cui ho co-prodotto tutte le tracce del disco, è stata fondamentale nello sviluppo del progetto, in quanto ha capito fin da subito quello che volevo comunicare con l’album e soprattutto la maniera in cui volevo che venisse comunicato e arrivasse al pubblico. 
La collaborazione con Silvia Donati è stata estemporanea, nata in studio, dopo che avevo scritto testo e musica di un brano, piuttosto complesso, che necessitava di una voce decisa ma anche dolce e soave. 
L’incontro con Fabrizio Bosso è stato per me una grande emozione, ha accolto bene I brani fin da subito (dopo il primo ascolto li ha definiti “molto belli ma anche complessi”, il che mi ha reso molto orgoglioso) e le sue eccellenti interpretazioni hanno fatto il resto. 
Tutti i brani di "Early 17"sono stati composti, registrati e co-prodotti da Francesco Cavestri nello studio di Massimo Tagliata con Roberto "Red" Rossi alla batteria e Massimiliano Turone al basso.