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Morto Paul Ginsborg, lo storico britannico che amava l'Italia

La sua "Storia d'Italia dal Dopoguerra a oggi" è stata una delle più lette e più studiate nelle nostre università

Ansa

È morto a 76 anni Paul Anthony Ginsborg, lo storico inglese naturalizzato italiano. Già professore all'Università di Cambridge, ha insegnato Storia dell'Europa contemporanea all'Università di Firenze, città dove viveva e dove ha ricoperto il suo ultimo incarico come docente universitario. Era diventato famoso in Italia anche per l'impegno civile e pubblico ed è stato tra i fondatori del Movimento dei Girotondi e del Laboratorio fiorentino per la democrazia.

L'opera più nota - La "Storia d'Italia dal Dopoguerra a oggi" è uno dei lavori più apprezzati di Paul Ginsborg, pubblicata per la prima volta nel 1989, ha suscitato immediatamente un acceso dibattito e ha assunto un posto di grande rilievo nella storiografia dell'Italia repubblicana, tra le più lette e più studiate dedicate al periodo post bellico.

La prospettiva di storico britannico - Il suo approccio alla storia d'Italia non era solo politico, ma si concentrava anche sui temi sociali, partendo da quello della famiglia. Lucido, seppur schierato, il suo lavoro ha contribuito a dare agli stessi italiani una visione più ampia del proprio tempo, cercando di abbracciarne più ambiti.

L'impegno politico - Nel corso degli Anni Duemila l'interesse per la politica si è fatto più diretto e ha portato lo storico a studiare e a contestare il modello berlusconiano, da lui analizzato in un saggio del 2011 come "un sistema di potere". In quel periodo Ginsborg ha preso parte alle proteste del movimento dei "girotondi".

La formazione - Iniziata a Cambridge, la sua carriera universitaria è proseguita in Italia, a Siena, Torino e Firenze, dove ha insegnato fino al 2015, anno nel quale Ginsborg è andato in pensione. Il capoluogo toscano era anche la sua città.

Il cordoglio del sindaco di Firenze - "Sono addolorato dalla scomparsa del professor Ginsborg, che conoscevo bene e col quale più volte mi sono confrontato, sempre francamente ma con estremo rispetto reciproco. Era un uomo e uno studioso di rara levatura culturale e morale che ha saputo raccontare a noi italiani la nostra stessa storia meglio di tanti connazionali". Lo ricorda così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, appresa la notizia della morte. "Si era sempre occupato di storia italiana contemporanea - aggiunge Nardella - senza sconti con i protagonisti più discussi. Il suo impegno ha spaziato anche nella politica e nella società civile e fino all'ultimo è stato un cittadino partecipe della vita di Firenze. Alla famiglia giungano le mie condoglianze più sentite e quelle dell'amministrazione".

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