Nessun rallentamento nel sistema italiano sul fronte delle forniture di gas. E' quanto si evince dati pubblicati sul sito di Snam. Al momento i flussi a Tarvisio sono in diminuzione rispetto a martedì ma sono compensati da maggior afflusso a Passo Gries (da Nord), grazie all'interconnessione delle reti e alle varie fonti di importazione. Il sistema è bilanciato, la domanda è soddisfatta; proseguono anche le iniezioni di gas in stoccaggio.
La sfida sulle riserve di gas in vista della prossima stagione invernale è partita da poco più di un mese in quella che è quest'anno una corsa a ostacoli per tutti i Paesi europei di fronte alla necessità di sostituire al più presto le forniture dalla Russia. E anche se il colosso moscovita Gazprom tenta di rassicurare la clientela europea affermando che sarà possibile pagare senza violare le sanzioni, è chiaro quanto sia urgente un nuovo modello di approvvigionamento, con i prezzi medi del gas aumentati, secondo l'ufficio studi di Confindustria, del 628% rispetto al pre Covid.
In Italia il riempimento degli stoccaggi al 5 maggio aveva raggiunto il 39% della capacità a fronte di una media Ue del 34,9%. Il nostro Paese ha una capacità di riserva di circa 17 miliardi di metri cubi, siamo secondi in Ue dopo la Germania. Nel 2021, senza l'emergenza dettata dalla guerra in Ucraina il livello di stoccaggio alla stessa data era all'incirca del 44%. Sempre in base ai dati del sito Aggregated Storage Inventory, Portogallo, Polonia, Spagna e Danimarca sono i Paesi che hanno un livello di riempimento maggiore ma a fronte di capacità molto ridotte (tra la metà e un terzo) rispetto a quelle italiane. I Paesi Bassi sono poco sopra il 28%. Fanalini di coda Austria, Belgio , Bulgaria e Croazia che a oggi oscillano tra poco meno del 21 e poco meno del 16% della capacità.
La partita degli acquisti si è aperta ad aprile e l'Italia conta entro 6 mesi di arrivare al livello di stoccaggio stabilito pari al 90% della capacità, nei 13 siti di stoccaggio del nostro Paese: 9 sono di Snam che è il primo operatore in Ue, 3 di Edison e uno di Ital-gas Storage. Il ritmo del riempimento varia da giorno a giorno: ad esempio - nella giornata del 6 maggio - a fronte di 248,5 milioni metri cubi immessi, ne sono stati usati 158 e stoccati 88,4. Quest'anno per accelerare la corsa alla sostituzione delle forniture dalla Russia oltre alle aste settimanali che, pur con un meccanismo premiale, hanno visto gli operatori cauti, in attesa di spuntare un prezzo inferiore a quello attuale che oscilla sopra quello dei future invernali, è stata data la possibilità di acquisti spot di quantitativi più o meno ingenti di gas. Inoltre, per velocizzare il riempimento, grazie a una norma del governo, Snam ha iniettato ad aprile in stoccaggio 700 milioni di metri cubi, valore equivalente al suo fabbisogno per il funzionamento della rete.
Il mercato italiano degli acquirenti di gas è comunque molto frammentato: non ci sono solo i big dell'energia ma anche numerosi trader; gli operatori in tutto sono circa 150. Fino a oggi, del nostro fabbisogno di gas naturale, (poco più di 76 miliardi di metri cubi nel 2021) circa il 38,2% proveniva dalla Russia. In Italia per ora ne produciamo circa il 4,4%, intorno ai 3,4 miliardi di metri cubi; la lancetta della produzione di gas nazionale ad esempio, sempre nella giornata del 6 maggio, segnava all'incirca 8 milioni di metri cubi.