Si aprirà venerdì il processo milanese su un caso di "catcalling", molestie verbali rivolte per strada o in luogo pubblico, a carico di due militari. I due, trasferiti dalla caserma in cui prestavano servizio e sospesi, sono accusati di aver preso di mira una 20enne lo scorso anno, per almeno tre volte con espressioni pesanti e insulti nello stesso pomeriggio. Dai fischi alle strombazzate dall'auto e agli apprezzamenti di cattivo gusto fino agli insulti e alle offese verso le donne: tutti questi comportamenti rientrano nel fenomeno del "catcalling", punito dalla legge quando si concretizza una molestia verbale. Per la prima volta è un tribunale milanese a doverlo stabilire.
Le accuse - I fatti risalgono al 2021. I due militari, tra i 30 e i 35 anni e addetti all'operazione "Strade Sicure", durante la libera uscita, si sarebbero ritrovati con amici in un bar sotto casa della ragazza, in zona San Siro. Lei, studentessa universitaria, per tre volte sarebbe stata "bersagliata" da frasi sgradevoli. La ragazza, turbata e risentita, aveva chiesto soccorso prima al fratello e poi al padre, intervenuti in sua difesa. Dopo di che la decisione di sporgere denuncia, a luglio.
I militari si difendono - I due, imputati per molestie e uno anche per minacce (avrebbe detto alla madre di non lasciarla "uscire di casa da sola"). interrogati dal pm hanno cercato di ridimensionare le accuse. Avrebbero negato di avere mai pronunciato parole offensive nei confronti della studentessa definendoli "semplici e innocui complimenti, una forma di gentilezza". Assieme ai due era indagato un terzo militare, ma la sua posizione è stata archiviata. A parlare per prima nel capoluogo lombardo del fenomeno del "catcalling" è stata Aurora Ramazzotti con un duro sfogo sui social raccontando di esserne stata vittima. La vicenda è la prima a finire a processo nella città di Milano.