Le frontiere dei mondi virtuali sono state abbattute ormai da diverso tempo e larga parte del merito va certamente ai videogiochi. Ma sebbene molti di questi permettano agli utenti di muoversi ed esplorare liberamente mondi e ambienti in 3D, gli spettatori sono costretti dall’altro lato ad assistere passivamente alle imprese degli streamer tramite servizi come Twitch. Grazie a una ricerca canadese la situazione sta per cambiare, visto che presto anche gli spettatori saranno in grado di esplorare il proprio videogioco preferito senza doverlo installare sui propri sistemi.
L’idea di dar modo a chi assiste dall’altra parte dello schermo di esplorare l'ambiente di un gioco mentre si monitorano i progressi di un giocatore non è del tutto inedita. Molti sparatutto in prima persona multiplayer permettono infatti ai giocatori sconfitti di seguire un altro giocatore prima di essere reinseriti nel combattimento. Altri sono dotati di modalità Spettatore, in cui gli utenti possono girovagare liberamente all’interno della mappa dove altri utenti stanno giocando. Questa esperienza, tuttavia, richiede che ogni giocatore abbia una copia di quel particolare gioco installato e funzionante.
I servizi di streaming come Twitch invece consentono solamente di assistere al gioco di chi trasmette in diretta senza poter interagire con esso, quasi come se si stesse guardando un qualsiasi spettacolo televisivo. La possibilità per gli utenti online di cambiare la prospettiva della trasmissione che stanno vedendo renderebbe l'esperienza ancora più avvincente: i ricercatori della University of Waterloo's Cheriton School of Computer Science in Ontario, Canada, hanno trovato un modo per dare agli spettatori la possibilità di interagire effettivamente con il mondo 3D che viene presentato, senza la necessità di possedere e installare una copia del gioco.
Anche i dispositivi mobile più abbordabili, come tablet e smartphone, hanno abbastanza potenza per elaborare delle ambientazioni 3D, rendendole fluide e interattive. Anziché costringere gli spettatori a scaricare interi pacchetti di dati (spesso particolarmente esosi in termini di "gigabyte"), i ricercatori hanno studiato una tecnologia che consente di applicare a un flusso video bidimensionale delle informazioni aggiuntive estratte in tempo reale dal motore di gioco, con cui viene simulata la profondità, la posizione della telecamera e la proiezione del giocatore nello spazio virtuale.
Così facendo, chi assiste alla partita potrà "manipolare" l’ambiente come se fosse alle prese con la modalità Spettatore inclusa in tante produzioni videoludiche lanciate di recente, ma potrà farlo attraverso un semplice video in streaming. Si tratta chiaramente di una tecnologia ancora acerba e che attualmente non permette al team di ricercatori di ricreare in modo perfetto ambientazioni realistiche e potenzialmente complesse come quelle dei più moderni videogiochi. Per questo motivo, l’ambiente 3D ricreato tramite la tecnologia in streaming potrebbe il più delle volte mancare di texture e informazioni grafiche che renderebbero il risultato finale più "spoglio" rispetto al gioco vero e proprio.
Il team confida tuttavia di riuscire a risolvere il problema e a superare questo limite grazie ai passi da gigante che l’industria ha compiuto e sta continuando a compiere negli ultimi anni, credendo fermamente che l’era dello streaming interattivo sia ogni giorno che passa sempre più vicina.