È una donna misteriosa, una figura unica nella storia e nell’arte: Maria Maddalena è un personaggio che ancora oggi è capace di emozionare e di conquistare, ma la cui identità e i cui misteri restano ancora irrisolti. A lei arte, cinema e letteratura hanno dedicato capolavori che, nei secoli, hanno segnato la nostra storia e il nostro modo di percepire un personaggio controverso che ora diventa protagonista della mostra “Maddalena. II mistero e l’immagine” che, ideata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei San Domenico, indaga -attraverso 200 opere di artisti che spaziano dal III secolo a.C. al Novecento - le mille sfaccettature di una donna con un fascino senza tempo.
Di volta in volta, peccatrice, santa, cortigiana e penitente, intellettuale o apostola, dama cortese o venere cristiana, simbolo della rivoluzione femminile o emblema del dolore, nei secoli la figura di Maria Maddalena si è andata arricchendo di elementi leggendari, mutuati anche dallo sviluppo della devozione nei suoi confronti. La mostra attraversa così millenni di interesse per la Maddalena e ripercorre la sua trasformazione nel corso dei secoli grazie alle interpretazioni dei maggiori artisti di ogni epoca.
La mostra, aperta fino al 10 luglio e allestita nelle sale dei Musei San Domenico di Forlì, grazie a importanti prestiti italiani e stranieri si sviluppa in 12 sezioni che (anche attraverso strumenti di digital experience e realtà virtuale) comprendono straordinari esempi di pittura, scultura, miniature, arazzi, argenti e opere grafiche, dal “Cratere apulo con morte di Meleagro” (360-340 a.C.) a “La deposizione dalla croce” (1968-1976) di Marc Chagall; dal “Noli me tangere” di Veronese a quello di Graham Vivian Sutherland, passando per “Acceptance” di Bill Viola e per i capolavori che Antonio Canova e Francesco Hayez hanno dedicato alla donna del mistero.
“Maddalena – spiega il direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli, Gianfranco Brunelli - è il maggior mito femminile della storia dell'arte, la venere cristiana. L’esposizione forlivese racconta attraverso i maggiori capolavori dell'arte come la nostra storia, la nostra cultura occidentale, abbia catturato l'antica discepola di Gesù e ne abbia fatto in ogni tempo il proprio emblema. In fondo ciascun tempo si è identificato in lei: siamo Maddalena”. Una donna, chiarisce la curatrice Cristina Acidini, che “impersona davvero la patrona di tutte le numerose istituzioni, ecclesiastiche e civili, che in Europa s'erano venute costituendo in suo nome per l’accoglienza a donne traviate, sia redente sia da redimere”. Ed è, aggiunge la curatrice Paola Refice, “tra le figure più rappresentate nella storia dell'arte”, eppure “le molteplici iconografie che ne personificano il nome rispecchiano una tradizione complessa e contraddittoria” che la mostra ripercorre.
E come il personaggio, anche la mostra “Maddalena. II mistero e l’immagine” ha mille sfaccettature: oltre all’esposizione nelle sale museali, infatti, un apposito bando della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì ha coinvolto associazioni culturali e scuole del territorio per l’organizzazione di oltre 60 iniziative che andranno ad arricchire e approfondire la proposta culturale attraverso tutte le discipline artistiche, dalla musica classica e contemporanea al cinema, da incontri e letture letterarie al teatro, passando per le arti figurative. E al tempo stesso un progetto con i Musei Diocesani italiani farà sì che oltre 60 sedi aprano le proprie porte ai visitatori, mettendo in evidenza le opere che illustrano la figura della Maddalena. La mostra conferma poi la collaborazione tra la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli e Mediafriends, l'Associazione Onlus di Mediaset, Mondadori e Medusa, nel segno di arte e solidarietà, che in sei anni ha finanziato quindici progetti sul territorio nazionale. Grazie a questa collaborazione una parte del biglietto di ingresso alla mostra verrà devoluto per sostenere il progetto “ComHousing” di Fondazione Arché rivolto a donne in difficoltà e ai loro bambini, compresi i profughi ucraini.