Ucraina, Di Maio: "Non possiamo fornire armi per colpire il suolo russo"
Il ministro degli Esteri sottolinea la necessità di una tregua "il prima possibile" e di "vedere più Paesi europei attivi per i negoziati". E su Putin: "Voleva meno Nato, ora si trova due Paesi in più"
L'Italia continuerà a lavorare per la pace, ma "non può pensare di fornire armi all'Ucraina per colpire obiettivi in territorio russo". È quanto afferma Luigi Di Maio, ribadendo la volontà del governo di "supportare il Paese invaso e il suo esercito per la sua legittima difesa". Il ministro degli Esteri vorrebbe "vedere più Paesi Ue attivi per rimettere in moto il negoziato partendo dalle concessioni di Zelensky sulla Crimea. Putin ora deve dimostrare di venire al tavolo".
In queste settimane, "grazie anche al segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, siamo riusciti a creare cessate il fuoco localizzati", ha proseguito Di Maio ospite a "Che tempo che fa". E ha osservato: "Si poteva fare di più, ma comunque sono state salvate vite".
"Putin voleva meno Nato, ora si trova due Paesi in più" - Il ministro è poi tornato a parlare della contesa fra la Russia di Vladimir Putin e l'Occidente. Finlandia e Svezia "sono Paesi che fino allo scoppio della guerra avevano opinioni pubbliche con opinioni diverse sull'ingresso nella Nato, ma ora hanno iniziato a temere per loro stessi. Ipotizzano di entrare nell'Allenanza per sentirsi più al sicuro, perché si tratta di un patto difensivo. Putin voleva ridurre la Nato ai confini e ora si trova due Paesi in più che vogliono entrare nella Nato. Questa è la prova del suo fallimento".
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"Draghi a Washington per rafforzare l'unità Ue-Nato" - Attualmente, ha ricordato Di Maio, "anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno dichiarato più volte che non vogliono un cambio di regime in Russia, che non vogliono buttare giù Putin. La visita di Draghi a Washington serve a ribadire che noi stiamo dalla parte della democrazia e sarà molto importante per rafforzare l'unità dell'Ue e dell'Alleanza atlantica. Quando non c'è unità, non facciamo altro che alimentare la propaganda russa".
"In Ucraina 120 italiani, quasi tutti vogliono restare" - In Ucraina ci sono al momento "circa 120 italiani e la stragrande maggioranza vuole restare lì", a parte alcuni "casi critici seguiti dall'Unità di crisi della Farnesina. Ricordo che erano duemila gli italiani nel Paese all'inizio della guerra".
"L'Italia non avrà problemi sulle forniture di gas" - Secondo il titolare della Farnesina, l'Italia "non avrà problemi per quanto riguarda le forniture di gas grazie al lavoro fatto dal governo per la diversificazione, ma il prezzo si decide in Europa. Con i viaggi che ho intrapreso in Angola, Congo, Algeria, Mozambico, Qatar e Azerbaigian siamo riusciti a diversificare le fonti. Non dobbiamo più dipendere da un solo fornitore". Di Maio ha poi sottolineato: "Serve il tetto massimo Ue al prezzo del gas, così da fermare le speculazioni".
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