Il Regno Unito si è impegnato a fornire ulteriori 1,3 miliardi di sterline (circa 1,52 miliardi idi euro) in aiuti militari e umanitari all'Ucraina: lo riporta il Guardian. Grazie ai nuovi fondi, i precedenti impegni di spesa di Londra a favore del Paese verranno quasi raddoppiati. "Il brutale attacco di Putin non sta solo causando indicibili devastazioni in Ucraina, ma sta anche minacciando la pace e la sicurezza in tutta Europa", ha commentato il premier britannico Boris Johnson in un comunicato sposando appieno la politica del riarmo degli Stati Uniti.
La Gran Bretagna, infatti, continua a essere tra i più preziosi alleati degli Usa nella logica del rialzo continuo. Il presidente Usa, Joe Biden, ha aumentato gli stanziamenti fino a chiedere al Congresso 33 miliardi di dollari, (di cui 20 miliardi solo in armamenti) per sostenere lo sforzo degli ucraini. Il Pentagono sta inviando in Ucraina ordigni sempre più potenti e più moderni. Dai missili anti-carro Javelin si è passati ai droni-kamikaze, agli obici con una media gittata e ora si sta pianificando la spedizione di missili anti-nave per liberare una rotta nel Mar Nero, presidiato dalla flotta russa.
Non basta. Nelle basi Nato, gli specialisti statunitensi stanno addestrando i militari ucraini a usare gli ordigni di fabbricazione americana. Da pochi giorni hanno completato il ciclo di formazione più di 200 ufficiali di Volodymyr Zelensky. Ma la questione, ormai, è più generale e viene dibattuta dentro l'amministrazione, nel Congresso, tra gli analisti dei centri studi, sui media più importanti. Fino a dove può spingersi l'appoggio a Zelensky?