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Roma, Leo Gassmann salva una 30enne americana da uno stupro: "Non dimenticherò mai le sue urla"

"Tutti abbiamo il dovere civico di agire: quella ragazza poteva essere mia sorella o la mia fidanzata, non potevo lasciarla lì", racconta il cantautore 24enne, figlio dell'attore Alessandro 

Ansa

Ha salvato una 30enne americana da uno stupro e ha messo in fuga l'aggressore. "Non dimenticherò mai le sue urla": è ancora molto provato dalla vicenda Leo Gassmann, il cantautore 24enne figlio dell'attore Alessandro. Venerdì notte, intorno alle 4, era in zona Portonaccio, a Roma, e tornava a casa da una serata in un locale, quando ha sentito una donna gridare e l'ha vista divincolarsi dalle grinfie di un uomo, tra le auto parcheggiate. Gassman, con l'aiuto di altri giovani presenti sul posto, è intervenuto in soccorso della donna e ha messo in fuga l'aggressore. "Tutti abbiamo il dovere civico di agire: quella ragazza poteva essere mia sorella o la mia fidanzata, non potevo lasciarla lì", ha commentato a Il Messaggero, dopo aver raccontato l'episodio sulla sua pagina Instagram.

"Io e alcuni passanti abbiamo soccorso una ragazza americana che era stata poco prima abusata da un ragazzo di origine francese", ha riferito Gassman attraverso una story su Instagram. "Appena ho sentito le urla mi sono avvicinato e ho chiesto una mano a un paio di ragazzi che passavano da quelle parti, ma il francese era già fuggito", ha aggiunto, con la morale: "Chi sbaglia va punito".

Sul posto sono intervenuti la polizia e un'ambulanza e la donna, che ha poi sporto denuncia per violenza sessuale, è stata portata per accertamenti al pronto soccorso dell'ospedale Umberto I. Dimessa, ne avrà per un paio di giorni.

"So che si è ripresa e sta meglio, ma ha subito un trauma non indifferente, anche io non dimenticherò mai le sue urla", ha detto Leo Gassmann a Il Messaggero, sottolineando che "ognuno di noi può fare la differenza".

Gli inquirenti, intanto, stanno verificando i racconti della vittima e dei testimoni per risalire all'aggressore, anche attraverso l'analisi delle telecamere di videosorveglianza del vicino deposito di mezzi pubblici Atac.

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