Per la prima volta in uno studio televisivo italiano, Anatolii Fedoruk, sindaco di Bucha è a "Quarto Grado" per parlare del massacro avvenuto nella cittadina ucraina diventata simbolo del conflitto con la Russia: "Abbiamo trovato 456 corpi di civili nelle fosse comuni, ma ogni giorno dobbiamo aggiungere qualcuno. La maggioranza degli uccisi sono stati fucilati e torturati. Abbiamo poi scoperto in altri angoli della città diversi crimini dei russi. Quello che più ci ha sconvolto, e che tutto il mondo ha visto, si trova vicino il loro quartier generale. Proprio lì, sottoterra, hanno accatastato come della legna i corpi dei civili, legati e fucilati".
Intervistato da Gianluigi Nuzzi, Fedoruk si dice spaventato dalle bugie e dalle fake news dei russi. Tra queste c'è la storia del drappo bianco presente sulle braccia e caviglie dei cadaveri. Per Mosca sarebbe stato un simbolo filo-russo, ma per il primo cittadino di Bucha quel drappo avrebbe dovuto significare altro: "Ci hanno chiesto d'indossarlo per identificare i civili impegnati in operazioni, come la fornitura di derrate alimentari - racconta Anatolii Fedoruk. I cadaveri che tutto il mondo ha visto per le strade di Bucha non appartengono ai russi ma ai civili ucraini. Purtroppo però pur indossando il drappo non sono stati risparmiati. Sulla strada che si allontana da Bucha e porta a Kiev, c'è stata una vera e propria carneficina. Abbiamo provato a prendere i corpi per seppellirli nei cortili delle case, ma non è stato facile. Alcuni russi si sono finti medici per prendere i corpi e portarli via".
E alla domanda del giornalista di Rete 4 sul che cosa possiamo fare noi occidentali per gli ucraini, il sindaco di Bucha risponde: "Prima di tutto dovete capire che questa guerra non è da qualche parte in Ucraina ma è all'est dell'Europa. Dobbiamo restare coesi, la Russia ci punisce perché siamo dei democratici, ma noi siamo pronti a morire per quei valori che hanno unito l'Europa".