L'Ave Maria riveduta e corretta per il tifo da stadio. Così un maestro della scuola elementare Matteo Mari di Salerno, durante un'ora di lezione, ha vestito i panni dell'ultrà e ha chiesto ai suoi alunni di pregare per la salvezza della Salernitana in Serie A. A testimoniare il tutto un video che doveva circolare solo su chat interne, ma che invece è diventato virale e ha innescato non poche polemiche per la commistione di sacro e profano e ha fatto così scattare l'indagine degli ispettori dell'Ufficio scolastico regionale. Ma la dirigente dell'istituto e i genitori degli alunni coinvolti nella "preghiera" da stadio difendono l'insegnante. "Un momento gioioso post-Covid per i nostri bimbi", il commento più diffuso.
A riportare l'accaduto Il Corriere del Mezzogiorno. Nel video il maestro-tifoso incita i suoi alunni a cori e canti da stadio e aggiunge all'Ave Maria la richiesta: "Affinché questa volta la Salernitana vinca senza farci soffrire". Alla diffusione delle immagini è scoppiata la bufera che ha portato l'Ufficio scolastico regionale ad aprire un'indagine per verificare i fatti.
Ma il maestro-ultrà non è solo. Dalla sua ci sono la dirigente Mirella Amato e i genitori dei suoi studenti. La preside, infatti, pur dichiarandosi "sorpresa", non condanna il docente e, anzi, gli attribuisce "lo sforzo di creare gruppo sostenendo la crescita di un sano fair play nelle giovani generazioni, perché siano capaci di assecondare le proprie passioni facendone occasione di allegria e coralità, senza animosità verso l’avversario".
Dello stesso pensiero, dunque, anche le mamme e i papà dei piccoli allievi che hanno fatto conoscere il proprio sostegno al docente tramite una lettera indirizzata alla dirigenza. "Ringraziamo il maestro - si legge - per dare ai nostri figli momenti gioiosi post Covid e gli siamo vicini perché ha agito in buona fede e con finalità partecipative. I bambini si sono rallegrati con l'insegnante".
"Da questo la scuola dovrebbe trarre un insegnamento - è la conclusione della lettera aperta dei genitori, - in quanto, oggi, occorre più che mai una scuola diversa per una società nuova, formativa non del passato, che è storia, ma del futuro, dell’era digitale in cui i nostri figli devono, fin da oggi, operare perché domani è già troppo tardi. Il maestro ha trasferito ai nostri figli l'attesa e l'entusiasmo sportivo delle nostre famiglie e di tutta la città. Se il vivere della società nella parte bella e più significativa fosse trasferita nelle scuole, come oggi si è verificato, sarebbe educativo e formativo per i nostri figli".