È saltato l'interrogatorio di garanzia di Alessandro Maja. L'architetto 57enne mercoledì scorso avrebbe provato a togliersi la vita dopo aver ucciso a martellate la moglie, Stefania Pivetta, la figlia, Giulia di 16 anni e tentato di uccidere il figlio Nicolò di 23 anni, ancora ricoverato in terapia intensiva ma in condizioni stabili. Gli avvocati hanno fatto sapere alle autorità che le condizioni mentali dell'uomo, ricoverato a Monza nel reparto di Psichiatria, non sarebbero compatibili con la detenzione in carcere.
La testimonianza del suocero - "Era una persona squisita, voleva bene ai suoi figli - ha raccontato Giulio Pivetta, padre di Stefania, in una intervista a Pomeriggio 5 - In questi ultimi tempi, però, era cambiato radicalmente: parlava poco, era molto riservato, non ci ha mai detto esattamente da cosa derivasse questo suo malessere". Il suocero ha anche smentito la voce che voleva la coppia in procinto di separazione.
Salta l'interrogatorio - Un cambiamento che lo avrebbe portato poi a commettere il duplice omicidio e a tentare il terzo. La difesa di Alessandro Maja, rappresentata dagli avvocati Enrico Milani e Sabrina Lamera, ha comunicato che l'uomo, ora ricoverato nel reparto di Psichiatria del San Gerardo di Monza, non è in grado di parlare e proprio per questo l'interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo, che doveva tenersi ieri a Busto Arsizio, sarà rinviato a nuova data.