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Peste suina, un caso a Roma: il primo fuori dall'area colpita

Attivato il monitoraggio sulla zona per delimitare i confini dell'area interessata. Coldiretti: "Intervenire subito"

Ansa

Un caso di peste suina africana (Psa) è stato rilevato a Roma. Lo rende noto il commissario straordinario per l'emergenza, Angelo Ferrari, precisando che la zona dovrebbe essere quella del parco dell'Insugherata e che si stanno effettuando i controlli necessari. Se confermato, sarebbe dunque il primo caso di peste suina, malattia virale che colpisce maiali e cinghiali, fuori dall'area sino a ora interessata, quella che va dalla provincia di Genova e si estende in direzione del Piemonte fino a Serravalle Scrivia (Alessandria).

Attivato monitoraggio - Il caso è stato segnalato e individuato dall'Istituto zooprofilattico del Lazio e confermato dallo Zooprofilattico Umbria e Marche, centro di riferimento nazionale su questa malattia. E' stato attivato il monitoraggio sulla zona per delimitare i confini dell'area interessata. Avviate anche le procedure di notifica europea. La Psa non è trasmissibile all'uomo, infetta solo i suini e finora è stata individuata solo sui cinghiali.

Riunita la task force della Regione Lazio - Nella serata di mercoledì, in seguito al ritrovamento dell'esemplare di cinghiale morto a causa della peste suina, si è riunita, in raccordo con il Commissario straordinario nazionale alla Peste suina africana Angelo Ferrari, la task force della Regione Lazio. La Regione , si legge in una nota, "metterà a disposizione da venerdì il numero verde della Protezione civile regionale per segnalare eventuali ritrovamenti di animali morti e attivare immediatamente i servizi veterinari".  

Coldiretti: "Intervenire subito" - "Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato al contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e città fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini". È quanto afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. "Abbiamo più volte evidenziato il rischio della diffusione della peste suina africana attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica. Siamo costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché - precisa Prandini - è mancata l'azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato". 

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