Professore, quanto impatta il tumore del polmone sulla popolazione?
“Ad oggi è la prima causa di morte per cancro non solo in Italia ma anche nel mondo. Solo nel nostro Paese abbiamo 42 mila nuovi casi all’anno e si calcola che nel mondo faccia ogni anno tanti morti quanto i tumori del colon e della mammella insieme. Il fattore di rischio principale è il fumo di sigaretta, mentre la familiarità non è ancora così evidente, anche se su questo aspetto stiamo portando avanti alcuni studi insieme ai nostri genetisti. Purtroppo ad oggi in Italia abbiamo ancora oltre 12 milioni di fumatori e 93 mila decessi l’anno per patologie correlate al fumo. Nel mondo ci sono un miliardo e 300 milioni di fumatori e oltre 7 milioni di morti all’anno per tumore al polmone e malattie cardiovascolari fumo-correlate. Il problema di una mortalità così importante è legato alle diagnosi generalmente tardive, dovute al fatto che i sintomi si manifestano in uno stadio avanzato e alla mancanza di programmi di screening. Una diagnosi precoce consente invece di intervenire in una fase iniziale della malattia, con ottimi risultati in termini di sopravvivenza, che può raggiungere anche l’80/90% a cinque anni”.
Come si tratta questo tumore?
“Il trattamento principe è sicuramente la chirurgia. Il vantaggio di una diagnosi precoce è quello di poter offrire al paziente non solo un trattamento chirurgico ma anche mini invasivo, che, qui al Campus Bio-medico, non è il classico approccio mini invasivo triportale, ossia con un piccolo taglietto e almeno altri due o tre fori, bensì una tecnica innovativa di approccio uniportale – che io ho studiato in Cina dal prof. Diego Gonzàlez Rivas – caratterizzata da un’unica incisione di soli 3-4 centimetri al livello del IV o V spazio intercostale, attraverso la quale vengono inserite all’interno del torace una telecamera e gli strumenti operatori per portare a termine l’intervento di rimozione del tumore. Inizialmente questa tecnica era utilizzata solo nei primi stadi della malattia, oggi abbiamo ormai acquisito un know-how tale da essere in grado di proporla anche a quei pazienti con un tumore avanzato che riusciamo a ridurre nelle dimensioni con una terapia neoadiuvante di chemio e radioterapia preoperatoria”.
Quali sono le principali complicanze che si possono verificare durante l’intervento e quali strumenti avete a disposizione per poterle prevenire e gestire?
“La complicanza più temibile a torace chiuso è certamente il sanguinamento, che può anche diventare difficile da controllare senza aprire il torace. Oggi tuttavia abbiamo sviluppato delle tecniche che ci aiutano, nei casi più difficili, a classificare la gravità del sanguinamento, secondo una vera e propria scala emorragica, e a prevenire perdite ematiche significative in VATS dandoci, in caso di necessità, la possibilità di fermare l’emorragia con l’impiego di diversi ed efficaci prodotti emostatici, o di poter convertire in una tecnica “open” senza particolari pericoli per il paziente”.
Quali sono le principali complicanze che si possono verificare durante l’intervento e quali strumenti avete a disposizione per poterle prevenire e gestire?
“La complicanza più temibile a torace chiuso è certamente il sanguinamento, che può anche diventare difficile da controllare senza aprire il torace. Oggi tuttavia abbiamo sviluppato delle tecniche che ci aiutano, nei casi più difficili, a classificare la gravità del sanguinamento, secondo una vera e propria scala emorragica, e a prevenire perdite ematiche significative in VATS dandoci, in caso di necessità, la possibilità di fermare l’emorragia con l’impiego di diversi ed efficaci prodotti emostatici, o di poter convertire in una tecnica “open” senza particolari pericoli per il paziente”.
Quali sono i vantaggi della tecnica VATS per il paziente?
“Insistendo su un unico spazio intercostale, il dolore post operatorio è veramente minimo, i pazienti riescono ad andare a casa in seconda giornata post operatoria e a ritornare alle loro attività quotidiane più rapidamente. Sotto un profilo oncologico, la magnificazione dell’immagine ci consente interventi minuziosamente radicali e anche da un punto di vista estetico, il risultato è migliore: l’unica incisione che viene effettuata, infatti, è molto piccola e lascia una cicatrice quasi invisibile, con notevoli vantaggi anche a livello psicologico. Senza contare la minor spesa per il SSN grazie a una degenza più breve”.
Quanto è importante la prevenzione?
“Nell’ambito dell’Oncologia è fondamentale ed è per questo che da anni la Chirurgia Toracica del Policlinico si dedica a questo aspetto e dal 2011 porta avanti, attraverso la Fondazione Un respiro per la vita, un programma di screening, a cui dovrebbero sottoporsi tutte le persone over cinquanta che fumano almeno 15 sigarette al giorno o che abbiano smesso da meno di dieci anni. Purtroppo ad oggi questo screening, che viene effettuato tramite TAC, non è ancora supportato dal SSN, pur avendo notevoli riscontri positivi e in linea con la letteratura internazionale: ogni 100 pazienti troviamo due tumori del polmone e grazie a questo tipo di screening riusciamo a diminuire la mortalità fino al 40%”.