s.o.s. inquinamento urbano

Il verde che salva le città

L’Europa è sommersa dallo smog, ma la natura corre in suo soccorso con la tecnologia green più antica di sempre: le piante

di Lorenzo Candotti

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Cercasi aria pulita in città. Il problema che attanaglia tutto il mondo, Europa e Italia compresa. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea), l’inquinamento si ostina a rimanere elevato nei centri urbani, nonostante i Paesi continuino a dichiarare di voler percorrere la strada della sostenibilità.

Un problema che pesa soprattutto sulla salute. Il rapporto dell’Agenzia del 2021 dice che nel 2019 il nostro Paese è stato il primo per numero di morti per biossido di azoto: 10640 decessi, +2% rispetto ai dati del rapporto 2020. L’Italia è seconda in UE dopo la Germania per i rischi da particolato fine, PM 2,5. Il Bel paese è sommerso dallo smog, soprattutto nella zona della Pianura Padana. Secondo uno studio di Legambiente sono 102 i capoluoghi che superano i limiti d’inquinamento dettati dall’OMS. Una vera emergenza, ma di certo non siamo già ai titoli di coda. Provare a ridurre questi valori è possibile e in diverse città si stanno sperimentando metodi per limitare i danni.

La soluzione, come sempre, arriva dalla natura e resta valida a ogni latitudine. Sistemi garantiti dalla tecnologia più antica e green di sempre: le piante. Il loro segreto risiede nella capacità di assorbire le polveri emesse dai veicoli e soprattutto di trattenerle.

Aldo Winkler, Ricercatore Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: "Dal punto di vista scientifico c’è un enorme interesse a determinare quali siano i tipi di piante più adatte a questo scopo. E quindi adesso le ricerche si stanno concentrando sul trovare le specie più idonee per le loro caratteristiche morfologiche non solo ad accumulare il particolato ma a trattenerlo in modo che non venga disperso di nuovo nell’ambiente. Ogni città, anche da un punto di vista europeo, è dotata di “foreste urbane” di tipo diverso. A Roma, ad esempio, sono molto diffusi i lecci e i platani. L’Ingv si occupa di capire attraverso le misure magnetiche quali sono le foglie più adatte a trattenere il particolato automobilistico. Ci sono diversi studi che fanno mappature dei diversi tipi di alberi e che riescono addirittura a calcolare in media in un anno solare quante sono state le tonnellate di polveri catturate dalle singole specie in funzione della loro distribuzione nelle città". 

Veri e propri filtri antismog, adatti a ogni scenario. E qualora non ci fosse spazio per gli alberi, le alternative non mancano. Come i “City Tree”, pannelli che promettono di fare il lavoro di 300 alberi. Sviluppati in Germania e disseminati in tutta Europa, sono stati sperimentati anche a Modena. O ancora, serre in miniatura per gli uffici, per combattere l’inquinamento indoor e rinfrescare l’aria nei mesi più caldi. Botanica e sostenibilità al servizio dell’ambiente.

Tutte soluzioni che non rendono meno urgente il taglio delle emissioni, ma che possono almeno provare a tamponare i danni maggiori. Piccoli passi per tornare a vivere bene anche in città