Andrea Costa, presidente dell'associazione Baobab Experience, è stato assolto dal gup di Roma, insieme ad altre due attiviste, perché "il fatto non sussiste". Era accusato di favoreggiamento all'emigrazione clandestina. I fatti risalgono al 2016 quando, dopo lo sgombero del centro d'accoglienza allestito in via Cupa, nel quartiere di San Lorenzo, i volontari della Onlus acquistarono i biglietti del treno per la Francia a otto sudanesi e un cittadino del Ciad: i migranti furono fermati a Ventimiglia e da lì partì l'indagine della Dda. Costa rischiava dai 6 e ai 18 anni di carcere.
Andrea Costa: "Rifarei tutto" - "Sono soddisfatto perché un giudice ha sancito quello che già sapevo: che il fatto non sussiste, ora c'è qualcuno che lo ha messo nero su bianco": è stato il commento a caldo di Costa. "In questi anni è stata dura sapere di essere sotto indagine pur avendo la consapevolezza di avere agito in modo corretto - ha aggiunto Costa, difeso in giudizio dall'avvocato Francesco Romeo -. Rifarei tutto, continueremo ad aiutare le persone che hanno bisogno così come sta avvenendo per i profughi che arrivano dalla Ucraina".
Arci: "La solidarietà non è reato, giustizia è fatta" - "La solidarietà non è reato! Dopo sei anni d'indagini, pedinamenti e intercettazioni, finalmente è arrivata la sentenza di assoluzione per Andrea Costa, presidente di Baobab Experience". E' quanto si legge in una nota dell'Arci. "L'assoluzione è piena perché il fatto non sussiste: siamo molto felici, sollevati e soddisfatti - ha evidenziato l'associazione -. Si conferma così il principio che chi aiuta non può essere accusato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, come afferma anche una sentenza della Corte costituzionale. Questo reato, infatti, fino ad oggi è stato contestato più a chi aiuta anziché a chi lucra sulla pelle degli stranieri. Giustizia è fatta!".