Washed Ashore Project: l’arte per salvare il mare
Ridurre i rifiuti di plastica negli oceani e educare al cambiamento le giovani generazioni
Oggi l’inquinamento rappresenta uno dei principali problemi ambientali da affrontare. In particolare, la plastica è ormai tristemente diventata parte integrante di tutti gli habitat marini a ogni livello della catena alimentare. Da questa riflessione Washed Ashore, un’organizzazione senza scopo di lucro, ha avviato un ambizioso progetto per cercare di risolvere il problema e educare al cambiamento: comunicare l’importanza della conservazione e della tutela degli oceani attraverso l’arte. Cercare di salvare la bellezza dei nostri mari creando altra bellezza attraverso la realizzazione di elaborate sculture a grandezza naturale, e in alcuni casi anche molto più grandi, della fauna marina più colpita dall’inquinamento da plastica.
Le opere vengono realizzate utilizzando interamente i rifiuti e i detriti trovati e raccolti sulle spiagge. Dal 2010 l’associazione, nata dall’idea dell’artista Angela Haseltine Pozzi, vede coinvolti numerosi artisti e volontari. Ad oggi il progetto ha già trasformato oltre 20 tonnellate di rifiuti in oltre 70 opere d’arte. Il lavoro inizia lungo le coste dell’Oregon dove i gruppi di volontari raccolgono i materiali utili per la realizzazione delle sculture; successivamente gli artisti all’interno dei laboratori assemblano i vari pezzi dando vita alle opere che vengono poi esposte attraverso a delle mostre itineranti all’interno di luoghi d'interesse pubblico come parchi, musei e piazze. La potenza evocativa dell’arte viene quindi utilizzata per educare il pubblico di tutto il mondo sull’inquinamento da plastica negli oceani e nei corsi d’acqua. L’obiettivo è quello di mostrare il problema e stimolare così cambiamenti positivi nelle abitudini dei consumatori incoraggiando il riciclaggio e promuovendo una maggior consapevolezza.
Le sculture di Washed Ashore Project per salvare il mare
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