Ha debuttato alla fine degli Anni 60, scuotendo l'opinione pubblica americana con la sua storia in cui si intrecciano sesso, scandalo, droghe e musica rock. "Hair" raccontava la storia di una ribellione, contro la tradizione, il conservatorismo e le guerre, soprattutto contro la traumatica guerra del Vietnam. Ma è attuale anche oggi. Arriva a Milano, dal 2 al 5 maggio al teatro Nazionale, una nuova edizione. E siccome la guerra è purtroppo ancora di attualità, alle serate milanesi sarà presente il regista Matteo Spiazzi che il 24 febbraio scorso si trovava a Kiev per il debutto, mai avvenuto, di "The Ball". Con lui ci saranno alcune allieve dell'accademia d’arte drammatica di Kiev che una volta arrivate in Italia grazie al progetto stage4ukraine e all’ospitalità presso le Accademie teatrali italiane possono continuare i loro studi. Al termine dello spettacolo sarà possibile ascoltare la loro testimonianza e fare una donazione per supportare queste ragazze nella loro crescita personale e professionale.
Il musical ha debuttato nel 1967 a New York in un teatro minore e poi, dopo 45 repliche, è arrivato a Broadway. Numerose le messe in scena successive, da Los Angeles a Londra, a Sidney, fino ad arrivare a Roma, al Sistina dove i giovanissimi Renato Zero, Loredana Bertè e Teo Teocoli, con la regia di Victor Spinetti e l’adattamento dei testi di Giuseppe Patroni Griffi, portarono il rock, un cast multietnico e il primo nudo in scena nel tempio dei musical più classici, per un grande e contestato successo.
Scatenata, coloratissima, emozionante, coinvolgente, quella di "Hair", creato da James Rado e Gerome Ragni, autori rispettivamente del libretto e delle liriche, e da Galt MacDermot, autore delle musiche, è una storia senza tempo di amicizia, amore libero e pacifismo, ancora oggi simbolo della controcultura hippie, che porta messaggi di straordinaria attualità: fratellanza, multiculturalità, libertà, come desiderio di spogliarsi di tutto per essere sé stessi, ambientalismo, lotta alle differenze sociali e sessuali e impegno civile, sono alcuni dei temi che ancora oggi risvegliano la coscienza dei giovani.
Il regista Simone Nardini sottolinea come "oggi, come allora, esistono ancora tanti Vietnam… e tanti giovani con la voglia di liberarsi dalla schiavitù commerciale della Società. Hair, spettacolo cult fine anni '60, è più che mai l’ideale manifesto delle nuove generazioni che cantano l’alba dell’era dell’Acquario. Il mio tributo vuole rendere omaggio all’opera-rock simbolo del pensiero hippie. In quegli anni si formavano gruppi di ragazzi e ragazze che trascorrevano il tempo senza inibizioni e accompagnavano la protesta contro le sofferenze della guerra con il grido di 'Sesso, droga e Rock'n'Roll'. Hair il musical con il suo folto cast, le musiche eseguite dal vivo, le coinvolgenti coreografie, il libretto in italiano ma le canzoni in lingua originale e la trasgressione irriverente dei suoi contenuti coinvolgerà ancora le platee dopo oltre 50 anni dal suo debutto a Broadway".