Villa del Balbianello: arte che si fonde con la natura
A Como c'è un luogo unico, in cui gli scorci naturali del lago si intrecciano perfettamente all'architettura: un esempio di equilibrio tra uomo e ambiente
Arte, cultura, natura: il patrimonio italiano è immenso e preziosissimo. Così prezioso da essere anche fragile. Per questo c’è chi sceglie di dedicare le sue attenzioni a custodirlo e proteggerlo, come il FAI.
Il Fondo Ambiente Italiano lavora da sempre per diffondere una più ampia cultura della natura e lo fa aprendo al pubblico le porte dei beni che conserva. Quest’anno uno di questi appuntamenti ha compiuto trent’anni: le Giornate FAI di Primavera. Un’occasione diventata ormai tradizione per i milioni di visitatori che in questi anni hanno riscoperto la bellezza dell’Italia, tra palazzi storici, parchi, orti botanici e splendidi giardini.
Spazi verdi che lasciano a bocca aperta, proprio come Villa del Balbianello. Una cornice unica, in uno dei laghi più celebri al mondo. Qui gli scorci naturali del lago di Como si fondono con l’arte e la cultura. Un luogo magico, incastonato sull’unica penisola che si protende in mezzo al lago. Un perfetto esempio di equilibrio tra uomo e ambiente.
Il fascino dei suoi terrazzi e giardini è sempre stato messo in risalto dai proprietari della Villa. Una cura delle piante artificiosa, certo, ma che ha saputo fondersi perfettamente con la natura circostante e con le sue forme sinuose. Ne sono un esempio la pianta che avvolge le colonne della loggia superiore e che sembra quasi replicare le spire di un serpente. Oppure il curioso leccio potato a ombrello che si affaccia sul lago. Disegni che stupiscono, viali fiancheggiati da alberi che si alternano a statue, terrazze che sembrano tuffarsi nel lago. La Villa svetta nel panorama come una piccola ma maestosa isola, circondata dall’acqua su tre lati.
L’ultimo restauro del complesso è stato voluto dal proprietario che decise poi di donare la Villa al FAI: Guido Monzino, grande appassionato di montagna e di spedizioni.
Guido Monzino restaurò la Villa del Balbianello alla perfezione, curando ogni dettaglio. Questo perché voleva che conservasse come uno scrigno tutti i cimeli e i ricordi delle due imprese, dal Polo Nord all’Everest. La sua ultima grande avventura fu proprio la Villa, che volle donare al FAI per poter lasciare ai posteri i suoi valori più preziosi. Come del resto fa da sempre il Fondo Ambiente Italiano, che protegge e custodisce i tesori e i paesaggi del nostro Paese per poterli consegnare intatti a chi verrà dopo di noi.
La Villa è un esempio di come l’uomo sappia dare sfoggio della propria arte senza compromettere la natura. Ma anche un messaggio di speranza, quello lanciato dal FAI e da iniziative come le Giornate di Primavera: lasciare il patrimonio paesaggistico italiano alle generazioni future è possibile, ma solo se la sua bellezza viene custodita nel presente.
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