Secondo le previsioni dei medici la sua vita sarebbe durata solo tredici anni. Invece lui di anni ne ha compiuti 26 e ora la scienza potrebbe essere vicinissima a trovare una cura per la sua malattia. Sammy Basso, il giovane affetto da progeria (invecchiamento precoce), ha parlato al "Corriere della Sera" della sua sindrome, del suo impegno per trovare una terapia che fermi il suo male e, allo stesso tempo, per curare anche molte altre malattie genetiche.
"Prendo otto pastiglie al giorno - dice Sammy, che vive a Tezze sul Brenta (Vicenza) -, alcune per l'intervento al cuore che ho fatto nel 2019 a Roma quando mi fu sostituita la valvola aortica che era molto calcificato e che si sarebbe chiusa. La progeria aveva lavorato parecchio logorando il mio corpo. Quello era il primo intervento di questo tipo su un paziente con questa patologia e ha aperto una strada perché si è operato in modo non invasivo, con una piccola incisione, evitando qualsiasi rischio e anche grazie a questo sono ancora qui a raccontare la mia storia".
Due lauree - Nella sua breve vita Basso ha già conseguito due lauree, la prima alla facoltà di Scienze naturali con una tesi sulle terapie innovative per rallentare la progeria, la seconda in Biologia molecolare. Al suo caso si è interessato anche il "New York Times": ha incontrato i giornalisti del quotidiano statunitense che hanno pranzato, chiacchierato e scherzato con lui, diventato un vero e proprio ambasciatore dei 130 casi di persone che nel mondo soffrono della sua malattia.
Ricerca e dna - Al "Corriere" ha detto che la ricerca per curare la progeria sta facendo passi da gigante "anche se i fondi non bastano mai". Gli scienziati però hanno riconosciuto il gene e nel 2020 "in America è stato approvato il primo farmaco contro la mattia" mentre continuano gli studi per nuove sperimentazioni. L'obiettivo degli studi per curare la progeria è quello di "modificare il dna senza perderne pezzi", aggiunge, "quindi oggi abbiamo già la base teorica per curare la malattia, dobbiamo solo capire come metterla in pratica in maniera impattante su tutte le cellule del corpo. E questa potrebbe essere una soluzione anche per tantissime altre malattie genetiche".
Appello a Papa Francesco - Insomma, Sammy sta lavorando anche per molte altre patologie. E adesso sta pensando di scrivere a Papa Francesco per rivolgergli il suo appello a sostenere la ricerca. "Vorrei che mi aiutasse a riunire tutti i potenti della terra per un check-up sulla ricerca, per portare a galla tutte quelle figure che combattono per salvare vite e spiegare anche il legame tra mondo della ricerca, medici e famiglie. Vorrei che i potenti capissero anche cosa vuol dire essere sconfitti perché non si è arrivati in tempo a scoprire un farmaco o un vaccino. Se capissero cosa significa lottare per la vita, credo che non avrebbero il coraggio di fare la guerra".