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Alessandra Radaelli: "La chiave del successo, piccolo o grande che sia, è la passione"

Alessandra Radaelli, titolare dello studio Notai Associati Ricci & Radaelli, racconta la sua storia a Tgcom24

di Carlotta Tenneriello

Un lavoro che adora e una passione per i viaggi: Alessandra Radaelli, notaio, ha fondato lo studio legale che porta il suo nome e quello del suo socio, Giovanni Ricci.

Alessandra, sei un affermato notaio. Come nasce la passione per il diritto?
Sottolineo con orgoglio che sono partita da zero: la mia non è una famiglia di notai quindi il mio non è un lavoro che ho ereditato, per così dire. La verità è che quando ero giovane non avevo ben chiaro cosa avrei voluto fare, ma ero certa di voler mantenere la mia indipendenza; il mio obiettivo era quello di fare un lavoro dove non avessi un capo e che mi rispecchiasse appieno. La strada che ho scelto mi rappresenta totalmente, ma ammetto che è anche estremamente faticosa.
 
Qual era dunque il tuo sogno nel cassetto?
Devo dire che io non sogno mai a lungo termine. Quando mi sono iscritta all’università ero attirata dalla carriera diplomatica: appassionata di viaggi come sono, mi sarebbe piaciuto esplorare realtà e culture diverse. Ho scelto quindi la facoltà di giurisprudenza, perché mi lasciava aperta questa possibilità.
 
Da lì alla carriera in ambito legale il passo è stato breve.
Con mio padre ho avuto l’occasione di incontrare in diverse occasioni persone autorevoli, che non avevano paura di prendere posizione, di decidere e questo mi ha affascinato e influenzato. Nel mio ruolo io trovo le soluzioni, anticipo i problemi e faccio in modo di evitare i conflitti: di solito ci si rivolge agli avvocati per dirimere una questione o per trovare un accordo perché è in atto una controversia. Io al contrario lavoro affinché le persone non litighino: cerchiamo insieme le soluzioni e questo è ovviamente un momento felice. Inoltre, come notaio ho la possibilità di conoscere moltissimi ambiti differenti: dalle start up alle grandi aziende, oltre a un’infinità di altre cose. Mi piace definire la mia attività come il “Telepass dell’economia”, perché attraverso me passano davvero le realtà più diverse.
 
Sei una donna di successo: difficile?
Per me non lo è stato, perché a mio avviso la chiave del successo, piccolo o grande che sia, è la passione. Bisogna definire il proprio sogno, che è assai più complicato che realizzarlo. Detto questo, all’inizio era naturale una certa diffidenza da parte dei clienti perché non avevamo una solida esperienza alle spalle, ma poi il passaparola ha funzionato molto bene. Quanto all’essere donna, diciamo che un aspetto fisico gradevole agevola l’approccio, ma poi resta fondamentale dimostrare la propria professionalità e mettere in pratica le proprie capacità. Relativamente al vestire, a volte scardino i canoni prestabiliti con outfit originali e personalissimi, ma si può dire che anche questo è una diretta conseguenza dell’aver scelto di essere il capo di me stessa anche perché non sopporto costrizioni di alcun genere, tantomeno sull’abbigliamento.
 
So che lo studio Ricci & Radaelli è molto attento alla soddisfazione del personale.
È così. Nel tempo, il mio studio si è ingrandito e sono di conseguenza aumentati anche i collaboratori: essere capo non è facile, ma si impara anche quello. In Studio vogliamo che venire al lavoro sia una gioia e quindi qui da noi è un po’ come stare in famiglia: siamo attenti al clima in cui si opera, perché è fondamentale lavorare in un ambiente sereno, evitiamo orari proibitivi, perché riteniamo che ci debba essere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata. In definitiva, penso sempre che il sorriso sia l’arma migliore per il pianeta.
 
L’armonia caratterizza anche il rapporto con il tuo socio.
Con il mio socio, Giovanni Ricci, ci conosciamo praticamente da tantissimo tempo ormai: abbiamo studiato insieme e tra noi c’è un rapporto meraviglioso, di grande solidarietà e affetto. Abbiamo iniziato insieme anche quest’avventura: il volano è stata la competenza, ma poi bisogna saper essere relazionali e rispettare i propri valori, quelli di coerenza, onestà e rigore e su questo ho sempre avuto le idee ben chiare.
 
Momenti complicati ce ne sono stati?
Sono onesta: per mia natura tendo a non ricordare i problemi e le complicazioni. Quando ho avuto delle difficoltà (ed è successo miliardi di volte!) ho stretto i denti e sono andata avanti. Amo tantissimo il mio lavoro, adoro il rapporto con il prossimo e sono sempre perennemente interessata alle questioni degli altri. Ora lo Studio è su un segmento di lavoro importante, ma siamo tranquilli perché la gente ci ha sperimentato e ha imparato a conoscerci e a fidarsi: è la tecnica dei piccoli morsi, bisogna avere lo sguardo fisso sull’obiettivo, tenere a mente il sogno e il resto si dimentica.
 
Carriera e vita privata: parliamone.
Condividere fortuna e successo con gli altri è e sarà sempre un ingrediente fondamentale della felicità per me. Il fatto è che sono sempre al comando e talvolta può essere difficile abbandonare questo ruolo nella vita privata ma è un impegno che cerco di mettere in pratica ricordando l’esempio di mia mamma, donna di straordinaria pazienza e dolcezza, verso la quale ho sempre nutrito una profonda ammirazione.
 
Hai parlato di abbigliamento: cosa non può mancare nel tuo armadio?
Direi gli stivali: ne ho tantissimi, anche colorati, perché il colore è un elemento importante della mia vita. Mi piace anche indossare accessori non necessariamente di valore, ma preziosi per me, perché mi ricordano i viaggi che ho fatto e sono capaci di regalarmi energia positiva.
 

Viaggi che ricordi in maniera particolare?
Mi vengono in mente Petra, in Giordania, dove ho dormito in mezzo al deserto e sotto le stelle, contemplando un’alba meravigliosa e poi la Colombia, le amache sulla spiaggia, le grandi risate. In generale, direi che ricordo le belle esperienze e le grandi emozioni, che in definitiva sono l’unica cosa che non si può proprio comprare.