"Ero sulle colline intorno a Scandicci con la mia prima moglie, quando ho scoperto il suo tradimento". E' con queste parole che il cantautore milanese Roberto Vecchioni parla per la prima volta del tradimento subito. E si confessa a Il Corriere della Sera, alla presentazione del nuovo album "I giovani siano curiosi come Ulisse". Questo, infatti, è il ricordo amaro che aveva ispirato la canzone "Due giornate fiorentine". "Poi il matrimonio è finito, - ha continuato Vecchioni. - Lo sfondo troppo bello strideva con il mio dolore, perciò scappai via".
"Ma Firenze non ha colpe, - sottolinea il cantautore 78enne; - è simbolo dell'umanità, perché da lì inizia l'Italia e mi ispira solo pensieri positivi".
E quanto all'amore, Vecchioni pensa che sia "universale e ciascuno possa fare le sue scelte". "Francesca aveva 15 anni quando venne da me impaurita sussurrando “Papà ti devo dire una cosa”. Le chiesi: 'Che c'è? Sei drogata? Ti sei innamorata di un assassino? No? Allora vaf..., mi hai fatto prendere un colpo', così ricorda dell'omosessualità della sua primogenita.
"L'ho sempre saputo, - aggiunge, - e non ci ho mai badato. Trent'anni fa, sono stato un anticipatore. Credo che l'amore sia universale. Ho accompagnato Francesca tre volte ad Amsterdam per la fecondazione assistita; alla fine sono arrivate due gemelline che oggi hanno 9 anni. So che lei l’ha fatto per me, perché voleva farmi diventare nonno. Poi anche Carolina ha avuto due figlie. Per tutte e quattro, sono un nonno che gioca tanto".
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