televisione

Pippo e il Novecento sbagliato

Pippo Baudo –come il Conte di Saint Germani e il Berlusconi descritto da Scapagnini- è immortale. E questo fatto è noto. Meno noto, invece, è che il suo “Novecento” (Raitre, lunedì) perda ascolti, nonostante la buona qualità del tessuto narrativo, composto dal velluto delle interviste vecchio stile e dal tweeddella buona tv del passato. E forse è l’ossessiva e filologica ricerca del passato, il problema. Ci spieghiamo. L’altra sera, da Pippo, c’era ospite Ornella Vanoni che cantava e si confessava («Voglio invecchiare divertendomi...») intervallando i sospiri con vecchi filmati dagli show con Proietti. Bello, ma già visto.

C’era Pippo che abbracciava, anzi strizzava Ornella in ansia per il lifting, facendo la domanda e anticipando la risposta, già visto. C’era Mario Lavezzi l’ospite “senza il quale Ornella non può cantare”, già stravisto e proprio in Rai l’anno scorso -. Poi, nello studio/tinello di Novecento si affollavano i soliti noti che facevano le solite domande ai soliti amici di Baudo, sprofondato nella nostalgia d’una bella tv che oggi non è più. Intendiamoci. L’intervista vis-a vis a Luigi De Filippo presentato come eterno erede di Peppino De Filippo non era affatto male.

Alcuni aneddoti sul rapporto del padre con Totò («Grandi artisti di un mondo che non esiste più») strappavano sorrisi; altri racconti sull’affezione che Mussolini nutriva per la famiglia De Filippo erano vellicanti; altre notiziole sui Savoia a teatro sbertucciati da Eduardo si mostravano degni di nota. Tutto interessante, per carità. Perfino la riproposta di fotogrammi della maschera di Pappagone, vecchi come il cucco (anche “vecchio come il cucco” è espressione antica) poteva stimolare la curiosità dei cronisti, l’amarcord degli over 70 e l’interesse esegetico degli studenti di comunicazione. La solita nicchia di telespettatori, insomma.

Esattamente quelli di Novecento. Che infatti, con la rivoluzione del digitale e l’offerta del satellite, oggi, rispetto a quando nacque 10 anni fa, andrebbe benissimo per un canale tematico (vedi Rai Storia); mentre è ormai anacronistico su un generalista, dove bisognerebbe osare con prodotti o conduttori nuovi. O con tutt’e due. Non se ne abbia Pippo, la cui immortalità è fuori discussione...