Videogiochi: duo italiano ricrea in Ray Tracing alcune tra le location più amate dai giocatori
Due content creator nostrani si sono cimentati nel ricreare i luoghi emblematici di Metal Gear Solid, Monkey Island e Super Mario 64
Molti giocatori dimostrano in tantissimi modi la propria passione per i videogiochi. Alcuni tra i più nostalgici in particolare, si cimentano in vere e proprie opere d’arte che finiscono per riscuotere numerosi consensi dalla vasta community videoludica. È così che il divertentissimo duo italiano Gioco con lo Scemo torna agli onori della cronaca per aver ricreato tre ambientazioni tra le più amate dai giocatori utilizzando la tecnologia Ray Tracing.
Flavio La Motta e Pierpaolo Bruognolo, conosciuti come Jake e Cyrus dal pubblico di Twitch, si erano già cimentati nel ricostruire il salotto di Castello Dimitrescu tratto dal recente Resident Evil Village, che aveva suscitato l’interesse della rete proprio per la sua dovizia di particolari. I due avevano promesso nuovi progetti del genere sfruttando la tecnologia Ray Tracing, così La Motta ha deciso di "restaurare" una delle location più amate del primo capitolo di Metal Gear Solid: la base di Shadow Moses.
Nel video che ha accompagnato l’ambizioso progetto dell’architetto, si può seguire tutto il processo di creazione della location. "Nei tempi di calma lavorativa, vado in studio e ricreo per puro diletto qualche scenario o asset 3D ispirato a tutto il mio bagaglio videoludico accumulato nel corso di 33 anni. Sì sono miope, ma lo rifarei da capo!", ha raccontato La Motta ai microfoni di Tgcom24.
Il video ha raccolto centinaia di consensi da stampa e fan della serie di Kojima nel giro di poche ore, spingendo i due ad alzare ulteriormente l’asticella: riportare in vita lo Scumm Bar dell’amatissimo gioco di avventura The Secret of Monkey Island. Al termine del video di accompagnamento, La Motta ha raccontato di essersi abbandonato a un momento di nostalgia, inserendo anche il protagonista Guybrush Threepwood che varca la soglia del bar rivolto verso il famoso pontile.
“Mio padre, anche lui architetto, una sera che fece tardi in studio, pur di tenermi buono per un po' accese un computer e mi disse 'Flavio, dai, stai buono. Gioca un po', butta la roba nel cestino'. Solo dopo anni capii che non capiva nulla di computer, è tutto pane e tecnigrafo e ancora oggi il solo tenere un mouse in mano gli causa attacchi apoplettici multipli”, ironizza La Motta raccontando come abbia fatto ad appassionarsi alla progettazione. “Fu lui che però mi costrinse, a 16 anni, a frequentare un corso di Autocad; forse sapeva che sarei stato il suo 'caddista' in futuro. Da qui, come per i videogiochi fu un'escalation".
La passione, dunque, lo ha portato a realizzare in meno di una settimana un altro progetto che va a chiudere il "trittico" di progetti, come annunciato da Bruognolo sui canali social: il Castello di Super Mario 64 in stile plastico, che appare posato su di un tavolo da lavoro, con tanto di fossato e immagine della Principessa Peach sul portone principale.
Un progetto che, insieme alle due ricostruzioni in Ray Tracing, non potrà non essere apprezzato da ogni amante dei videogiochi per l'impegno e l’amore con i quali sono stati abilmente concepiti.
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