Quando ancora Dan Brown era un brufoloso 18enne che poco sapeva di Leonardo Da Vinci, esistevano gli X-files ma Mulder & Scully sarebbero arrivati più di dieci anni dopo, e, per rimanere in ambito nostrano, il tanto vituperato Roberto Giacobbo era più interessato a partecipare ai quiz di Mike Bongiorno (e a vincere anche, Wikipedia docet) che agli enigmi, arrivava nelle edicole Martin Mystère, il detective dell'impossibile, primo fumetto italiano seriale dove storia, archeologia, scienza e fantascienza incontrano il mistero e l'avventura. Sono passati trent'anni da quell'aprile del 1982, e la Sergio Bonelli editore festeggia Mystère con un albo speciale che sorprende, perché non è quello che ci si aspetta. E ce lo spiega Alfredo Castelli, che le biografie più o meno autorizzate accreditano come creatore del Bvzm, il buon vecchio zio Marty, anche se lui, del detective dell'impossibile, preferisce considerarsi il... biografo.
"Per il numero del trentennale - racconta - mi è venuta in mente un'idea un po' buffa. La cosa più logica era intitolarlo "Trent'anni", ma io ho scelto "Anni '30" e, in nome della "duttilità" del personaggio, l'ho ambientato proprio in quel decennio vivace, pieno di invenzione e creatività. Già la copertina riprende la famosa foto "Lunch atop a Skyscraper" Charles C. Ebbets, quella degli operai su una trave. Nella storia si citano King Kong, che di fatto è il protagonista dell'avventura, Nero Wolfe, Ellery Queen, Philo Vance, Dick Tracy, Primo Carnera, Orson Welles, Boris Karloff e l'invasione dei marziani. Si parla anche di Doc Savage e di The Shadow, due personaggi pulp ai quali mi sono ispirato per Martin, si citano addirittura il dottor Pilates, quello del "metodo", e ancora il massacro di San Valentino".
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