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Zelensky teme un'offensiva più vasta e accusa: "Putin non è pronto all'accordo" | Ma arriva l'offerta di Mosca: "Crimea russa e indipendenza del Donbass"

La Russia non avrebbe ancora dispiegato tutti i mezzi a disposizione, mentre a Mariupol sta preparando una parata militare per il 9 maggio

Afp

Mentre le trattative tra Russia e Ucraina sono in stallo, Zelensky sostiene che il peggio debba ancora arrivare: "I russi non hanno ancora dispiegato tutti i mezzi a disposizione", ha detto, "quindi non posso garantire oggi che quella avviata" nel Donbass "sia già l'offensiva di vasta scala". E proprio nelle ore in cui veniva intervistato dall'emittente francese BFM-TV la vicesindaca di Mariupol nominata dai russi ha annunciato che in città sarà organizzata una parata militare il 9 maggio, giorno in cui la Russia celebra l'anniversario della vittoria contro i nazisti nella Seconda guerra mondiale.

Mariupol sarebbe un caso unico dell'avanzata russa in Ucraina, dal momento che - spiega Zelensky - "i russi avanzano e non lasciano nessuna città dietro di sé. Non occupano queste città, perché non vi è più nulla da occupare. Non vi sono più edifici né abitanti". Quanto alla guerra, il presidente ucraino ricorda che "la guerra è cominciata otto anni fa nelle repubbliche separatiste. Il 24 è solo l'invasione russa su vasta scala che è cominciata".

E non sembra che finirà presto. "Io sono pronto al dialogo, lo sono stato per tre anni, lo sono ancora: ma Mosca non è pronta per un accordo di pace", ha detto Zelensky durante la conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: "A Mariupol ci sono ancora 120mila persone. L'assedio si può fermare in due modi: con le armi o con la diplomazia. Per quanto riguarda le armi ci serve l'equipaggiamento pesante che abbiamo chiesto ma non ancora ottenuto. Per quanto riguarda la diplomazia, la Russia fa il suo gioco e non è in grado di proporre veri accordi".

Mosca testa il nuovo missile intercontinentale Sarmat | Ma gli Usa frenano: "Nessuna minaccia"

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La Russia ha annunciato di aver testato con successo un nuovo missile balistico intercontinentale, il Sarmat, capace, secondo il ministero della Difesa, di "penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura". Il presidente Vladimir Putin ha affermato che il nuovo missile darà garanzie di sicurezza alla Russia "contro le attuali minacce" e "farà riflettere coloro che stanno minacciando la Russia". E a stretto giro arriva la risposta del Pentagono che non considera il lancio del missile una "minaccia" ma un'operazione di "routine". 

Poi ha risposto a una dichiarazione del Cremlino secondo cui la palla dei negoziati sarebbe nel campo ucraino: "Non è vero, per giocare a calcio serve la palla, ma il Cremlino sta giocando da solo". E Mosca rilancia: "Il riconoscimento delle attuali realtà territoriali, comprese l'appartenenza della Crimea alla Russia e l'indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk", rimangono al centro delle trattative tra Russia e Ucraina. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha precisato che una bozza di intesa russa è stata presentata a Kiev il 15 aprile, ma i negoziatori ucraini "cercano di tirare per le lunghe il processo negoziale rifiutando di assumere un approccio costruttivo" e "a volte semplicemente rifiutando di rispondere prontamente alle proposte della parte russa".

In questa partita di scacchi la data del 9 maggio torna centrale, con la Russia che sembra volere ottenere un qualche tipo di vittoria entro quella data e con l'Ucraina che continua a difendersi e chiede aiuto agli alleati occidentali.

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