Due britannici prigionieri dei russi chiedono la libertà in cambio di Medvedchuck | L'oligarca vuole essere scambiato con i prigionieri di Mariupol
I due militari inglesi sono apparsi in un video trasmesso dalla tv di Mosca in cui fanno appello al premier Johnson. Quasi contemporaneamente la messa in onda di un secondo video con la richiesta dell'altro prigioniero, catturato dall'intelligence ucraina
Due cittadini britannici che combattevano con le truppe ucraine, fatti prigionieri dai russi, lanciano in tv un video-appello al premier Boris Johnson chiedendo di essere liberati in uno scambio con l'oligarca e deputato dell'opposizione ucraina Viktor Medvedhuck. Ma quasi contemporaneamente la tv ucraina trasmette un video di meno di 30 secondi in cui Medvedchuck lancia un appello a Putin e Zelensky proponendo di essere liberato in cambio di un salvacondotto che permetta alle forze ucraine assediate a Mariupol e ai residenti di lasciare la città.
L'appello in tv - Secondo la Tass i due militari britannici, identificati come Aiden Aslin e Shaun Pinner, hanno chiesto di essere scambiati con l'oligarca, arrestato dall'intelligence di Kiev. I due soldati sono stati definiti dalle autorità russe come "mercenari" catturati durante i combattimenti in Ucraina. "Signor Boris Johnson - afferma Pinner nel video mandato in onda dal programma 60 Minuti del canale televisivo di Stato Rossiya 1 - chiedo di scambiare me stesso e Aiden Aslin con il signor Medvedchuk. Ovviamente apprezzerei molto il suo aiuto in questa vicenda".
Nel video trasmesso non viene specificato se i due britannici siano prigionieri delle forze russe o di quelle separatiste filorusse nel Donbass. Quasi contemporaneamente la televisione ucraina manda in onda il video con l'appello dell'oligarca.
L'arresto di Medvedchuck - Medvedchuk era stato arrestato martedì in un'operazione speciale condotta dai servizi di sicurezza ucraini. Oligarca 67enne, era scappato dai domiciliari diversi giorni prima dell'invasione russa dell'Ucraina del 24 febbraio. Rischia una pena fra 15 anni di carcere e l'ergastolo per accuse di tradimento e aiuto e agevolazione di un'organizzazione terroristica, per avere mediato acquisti di carbone per la repubblica separatista di Donetsk sostenuta dalla Russia, nell'est dell'Ucraina.
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