Le auto a guida autonoma che fanno errori umani e le auto cinesi che si prendono la Russia
Che ci fa unʼautomobile che viaggia a fari spenti nella notte sulle strade di San Francisco?
Sulle strade di San Francisco ‒ Che ci fa unʼautomobile che viaggia a fari spenti nella notte per San Francisco? È unʼauto a guida autonoma, non cʼè nessuno al volante e va in giro per “effettuare dei test”, avrebbero spiegato (dopo qualche ora!) quelli di Cruise, divisione di General Motors che opera nel campo della guida assistita. Sì ma i fari spenti? “Un errore umano ‒ spiegano alla Cruise ‒ chi doveva occuparsene se nʼè dimenticato”.
Ma come errore umano? Cʼè qualcosa che non torna, che fa a pugni con la logica: che senso ha una macchina a guida autonoma, pensata per fare a meno del conducente e quindi degli errori che questi potrebbe commettere, se poi sempre un errore umano la fa marciare di notte a fari spenti? Così non se ne esce più, lʼerrore umano ci condannerà per sempre, anche se in giro vedremo tante diligenti autorobot, come quella di San Francisco che si è fermata allʼalt della polizia. Salvo poi scoprire, gli agenti, che dentro non cʼera nessuno! La questione è che se lʼuomo può fare errori, la macchina automatizzata no, se il primo può causare incidenti, la seconda li evita tutti! Altrimenti capziose ricostruzioni di sinistri potrebbero rivelare che un uomo (sempre lui!) possa aver manomesso unʼauto a guida autonoma per causare un incidente, far danni o per commettere un delitto! E qui la realtà copierebbe con maggior banalità e minor fantasia lʼarte: non avevamo già visto queste cose in Duel, il primo film di Steven Spielberg? O in Christine, la macchina infernale, il romanzo di Stephen King divenuto un film di John Carpenter? Automobili senza pilota, umane troppo umane!
Se lʼOrso non cʼè, il Panda balla! ‒ Stufi di gatti e topi? Ecco il nuovo proverbio aggiornato alla famiglia degli ursidi, più moderno e in sintonia con i tempi. Con la guerra in Ucraina, lʼOrso russo si scopre sanzionato e in difficoltà, così il Panda cinese se ne approfitta. Lʼesempio calza a pennello se si guarda al settore automobilistico, la cui produzione è crollata del 60% a marzo in Russia. Le fabbriche straniere continuano a tener chiusi i loro stabilimenti, pure la russa Avtovaz (che è controllata da Renault), e inoltre i componenti dallʼestero non arrivano. Non parliamo poi dei prezzi delle automobili, cresciuti del 40%, così le stime di vendite auto in Russia nel 2022 parlano di volumi al 50% rispetto al 2021. Tutti in malora quindi? No, le Case cinesi no! Il gruppo Great Wall, che assembla in Russia le Haval, ha aumentato a marzo la produzione del 50% e gli approvvigionamenti dalla Cina arrivano regolari. Se qualcuno chiedesse: qui prodest bellum? ‒ a chi giova la guerra ‒ beh avrà una risposta facile facile da dare. Salviamo il Panda, ma solo quello del WWF!
E-bike, lʼexploit dellʼexport italiano ‒ Bonus bici e un desiderio di mobilità post-covid che eviti i mezzi pubblici continuano a far bene al mercato italiano delle due ruote. Nel 2021 lʼ Ancma ‒ Associazione nazionale Ciclo Motociclo Accessori ‒ ha reso noto che sono 1.975.000 le biciclette vendute, di cui 295 mila elettriche e 1.680.000 tradizionali. Un bis del 2020, quando la soglia dei due milioni fu persino superata. La produzione aumenta del 7%, oltre 3,2 milioni di bici nel 2021, ma le ebike crescono del 25%, con lʼexport che fa “exploit”: +56% le ebike italiane che finiscono allʼestero, per un valore di 418 milioni di euro. Se guardiamo allʼexport di parti e componenti bisogna aggiungere altri 528 milioni di euro (+36%). Quasi quasi sorge un dubbio: chissà che boom se ci fossero da noi più piste ciclabili… Pedala Italia, con lʼaiutino ma pedala!
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