Pioggia di critiche per Mickey Rourke, che sui social, ha condiviso i suoi elogi per Roman Polanski. Nella lunga didascalia, accanto ad uno scatto che lo ritrae in accappatoio seduto su una poltroncina, l'attore ha definito lavorare con il regista franco-palocco "un grande privilegio" e ha aggiunto di "non vedere l'ora di "di fare un altro film con lui". A molti le parole della star di "9 settimane e mezzo" non sono affatto piaciute. Polanski è diventato infatti un fuggitivo degli Stati Uniti quando ha lasciato il paese nel 1978 dopo essersi dichiarato colpevole dello stupro di una ragazza di 13 anni. "Promuovi i pedofili", ha scritto un utente rispondendo al post di Rourke.
“Alla fine della giornata, ancora una volta, è un grande piacere lavorare con il leggendario e talentuoso Roman Polanski. Credo che lavorare con un regista del genere sia un grande privilegio, il suo film ha una tale integrità, stile, classe e imprevedibilità", comincia così il lungo elogio di Mickey Rourke a Polanski. Non è stato confermato a quale film i due stiano lavorando insieme, nel 2021 è stato però annunciato che Polanski sarebbe tornato dietro la macchina da presa per "The Palace", ambientato in Svizzera.
“Sai, lavorando con l'uomo che è nel mondo del cinema da quasi 60 anni puoi sempre imparare qualcosa di nuovo. Di solito non ho conversazioni con la maggior parte dei registi, ma Roman Polanski non è solo uno dei tanti registi", ha aggiunto l'attore.
La maggior parte dei fan è rimasta scioccata dai commenti positivi di Rourke nei confronti del regista, sul quale pesano accuse infamanti sul suo passato destinate a perseguitarlo fino alla fine de suoi giorni. "Un pedofilo [sic] non è una brava persona" scrivono alcuni: "Polanski, non gli lasceresti fare da babysitter ai tuoi figli..." e ancora: "Gesù! Sapete della sua storia con i minorenni? Dio benedica l'uomo?? Stai perdendo la testa?".
Le ombre sul passato di Polanski
Nel 1977 Roman Polanski venne accusato di aver drogato e stuprato una ragazzina di appena 13 anni, Samantha Geimer.
Prima di questo però, nel 1969 sua moglie Sharon Tate, incinta di 8 mesi e mezzo, fu uccisa nella loro abitazione di Los Angeles, al 1050 di Cielo Drive.
Lo stile di vita della coppia, vicino alla cultura Hippie, diventa oggetto di illazioni e Polanski rientra, all'inizio delle indagini, perfino tra i sospettati.
Quando però i veri colpevoli vengono arrestati e la verità viene a galla per il regista comincia un periodo turbolento e di forte crisi.
Fino a quel 10 Marzo 1977, quando Samantha Geimer, 13 anni, con aspirazioni nel mondo della moda e del cinema accusa il regista di averla attirata in una villa promettendole un servizio fotografico per poi drogarla e stuprarla.
Il regista si difende affermando che il sesso era illecito ma consensuale. Samantha, invece, afferma di essersi ribellata e di essere stata molestata.
Accusato di rapporto sessuale illecito con soggetto di età inferiore ai 14 anni, Polanski si dichiara colpevole, e viene condotto sottoposto ad una valutazione psichiatria di 90 giorni. Dopo 42 giorni il regista viene rilasciato: la perizia psichiatrica attesta che non si tratta di un soggetto deviante né pericoloso. Tuttavia il processo non finisce qui e Roman Polanski, che rischia di ricevere comunque una condanna esemplare, fino a 50 anni di carcere, decide di volare a Londra. Sebbene con regolare passaporto e non in libertà vigilata, da quel momento per gli Stati Uniti diventa un fuggitivo: attualmente, il suo nome resta ancora nella lista nera dell’Interpol. Polanski ha anche rischiato l'estradizione nel 2009 ed è stato nuovamente accusato di stupro da un'ex modella nel 2017.