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Giornata del bacio, la GenZ vuole tornare alla normalità: 1 adolescente su 3 ha ridotto ogni relazione durante la pandemia

Come hanno vissuto gli affetti i più giovani negli ultimi due anni? I dati di un'indagine della Federazione italiana di sessuologia scientifica, con Skuola.net, vedono una netta riduzione proprio a causa dell'emergenza. Le restrizioni fanno rimandare anche la “prima volta”

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Come ogni anno il 13 aprile si festeggia la Giornata mondiale del Bacio. Ma, mai come stavolta, il momento che celebra il gesto d’amore per eccellenza è ricco di significato e di buoni auspici. La pandemia ha limitato al minimo i contatti sociali; figuriamoci quelli più intimi. Ora però, con la fine dello stato d’emergenza e con l’allentamento delle restrizioni, in tanti sperano di riallacciare i fili della propria vita sentimentale. Specie i più giovani. Visto che, secondo una ricerca condotta dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) assieme al portale Skuola.net - su un campione di 3.500 ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 24 anni - circa 1 su 3 afferma di aver drasticamente ridotto, se non annullato, le proprie frequentazioni amorose proprio per colpa delle restrizioni degli ultimi due anni.

I più penalizzati? Sembrano essere i ragazzi più grandi: nella fascia che va dai 19 ai 24 anni, infatti, la quota sale dal 33,1% al 36,8%. In generale, invece, solo il 28,2% ha dichiarato di non aver notato grossi cambiamenti, mentre il 20,8% sostiene addirittura di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima della pandemia. Senza dimenticare quel 17,9% per cui i rapporti sentimentali sono sempre stati e continuano ad essere “merce rara”.

La "prima volta" è stata rimandata 

Dinamiche, quelle appena descritte, che di riflesso hanno avuto un forte impatto anche sulla vita sessuale di adolescenti e giovani adulti. Portando, in molti casi, a rimandare uno dei momenti chiave nel processo di crescita dei ragazzi: la “prima volta”. Metà degli intervistati ha affermato, infatti, di non aver mai avuto rapporti sessuali, né prima né durante la pandemia. Un dato che, messo a sistema con il sostanziale annullamento degli “incontri”, porta a pensare che per una buona fetta di loro, in condizioni normali, quel momento sarebbe certamente arrivato nel corso dell’ultimo biennio.

Ma agli altri non è che sia andata molto meglio. Fra chi aveva già avuto rapporti sessuali prima dell’avvio dell’era del distanziamento, il 40% dice di non aver avuto relazioni sessuali dallo scoppio della pandemia in poi. E un altro 20% le ha avute ma in misura ridotta. Solo il 22% ha continuato come prima, con il 18% che al contrario ha notato una crescita dei contatti sessuali.

Senza contatti reali aumenta il ricorso alla pornografia

Durante il periodo di isolamento - totale o parziale - c’è però una cosa che è aumentata. Ma è una notizia che non può essere accolta col sorriso. Quasi un terzo dei ragazzi (29,1%) ammette, infatti, di aver ovviato all’assenza di contatti “reali” aumentando l’uso di Internet per procurarsi materiale porno (il 9,1% dice averlo molto aumentato). Il 26%, invece, non riporta nessun cambiamento e il 37,2% dice di non averlo mai visionato. Stavolta, al contrario di prima, di tratta perlopiù dei giovanissimi, nella fascia di età 11-14 anni: tra questi, ben il 13,9% racconta di aver nettamente aumentato l’uso di pornografia online (tra i maschi il dato schizza al 16,1%).

Più in generale, con la pandemia in corso, il 40% dei giovani dichiara di aver aumentato l’uso di Internet per cercare occasioni di incontro. Mentre per il 46,6%, da questo punto di vista, tutto è rimasto uguale. Con il 13,4% che ha persino notato un rallentamento.

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