testimone al processo

Coniugi uccisi a Bolzano, l'ex fidanzata di Benno: "Ho paura di lui"

"Convivere con lui era difficile: mi prendeva soldi di nascosto, e in un caso aveva inscenato una finta aggressione di cui sarebbe stato vittima", ha raccontato la giovane

© Da video| 12.50 BENNO SRV

"Benno Neumair aveva un atteggiamento manipolatorio nei miei confronti e non voleva che frequentassi i miei amici". A parlare è Nadine, infermiera di Nuova Ulma, in Baviera, ed ex fidanzata del 31enne bolzanino reo confesso per l'omicidio dei suoi genitori, commesso il 4 gennaio 2021. La donna è stata sentita dai giudici della Corte d'assise di Bolzano come testimone al processo a carico di Benno, imputato per omicidio aggravato plurimo e occultamento di cadavere. Nel raccontare degli aneddoti sulla convivenza con Neumair, Nadine ha detto che un giorno lo ha trovato "con un coltello per sfilettare il pesce in mano, si era ferito e aveva inscenato una finta aggressione". "Ho paura di lui", ha aggiunto.

Se per quanto riguarda la ricostruzione della dinamica il caso è già risolto, il processo dovrà stabilire se Benno fosse capace di intendere e di volere. Secondo la perizia psichiatrica svolta in fase d'indagine, Benno sarebbe stato seminfermo di mente al momento dell'omicidio di suo padre Peter, ma perfettamente lucido poco più tardi, quando uccise sua madre Laura.

Il racconto dell'ex fidanzata - Nell'udienza di martedì, così come nelle prossime, sono chiamati a testimoniare numerose persone - familiari, ex fidanzate e conoscenti vari - per descrivere, attraverso il ricordo di aneddoti, la personalità di Benno. Tra queste, c'era, appunto, Nadine, che ha avuto una relazione con Neumair nel 2019. I due hanno vissuto insieme a Innsbruck per 7 mesi. "Convivere con lui era difficile: mi prendeva soldi di nascosto, e in un caso aveva inscenato una finta aggressione di cui sarebbe stato vittima", ha ricordato Nadine, spiegando che quella finta aggressione si concluse con un trattamento sanitario obbligatorio per Benno, visto che aveva perfino impugnato un coltello. "Lì, ha ammesso ai medici come si è procurato le ferite. Si è prelevato del sangue, iniettandoselo nell'angolo dell’occhio e della bocca, abradendosi la pelle con carta smerigliatrice", ha aggiunto Nadine. Una volta "ha digiunato per nove giorni. Beveva solo the e acqua. Poi mangiava solo broccoli e miglio", ha poi raccontato la giovane, come riporta il Corriere del Veneto

"Sosteneva di aver preso il verme solitario in Indonesia e che gli aveva pervaso il cervello", ha continuato Nadine per poi concludere dicendo di ha aver sentito il 31enne l'ultima volta undici giorni prima dell'omicidio dei genitori. "Mi ha chiesto di telefonargli, gli ho detto che volevo avere contatti solo via e-mail. Adesso ho paura di lui".