Francesco Facchinetti si racconta senza filtri nella prima puntata della seconda stagione di "One More Time", podcast di Luca Casadei, rivelando: "Mi definisco onnivoro, egocentrico e narcisista. Da un anno vado dalla psicologa, perché è ovvio che questo disturbo della personalità narcisista crea problematiche". Il conduttore tv, cantante, dj e imprenditore spiega anche di "non aver risolto il rapporto conflittuale col denaro".
Facchinetti racconta infatti che fin da quando era piccolo voleva "una sorta di riscatto sociale, conquistare cose. Negli ultimi 10 anni ho lavorato molte ore al giorno per comprarmi un quadro di Andy Warhol. Ogni giorno mi chiedevo: 'Perché ti alzi?', 'Per comprare un quadro di Andy Warhol', mi rispondevo. Ogni tanto mia madre mi chiede: ‘Perché giri con una Rolls Royce da 3-400mila euro?' e io dico: 'Lavoro tutto il giorno, se non avessi una Rolls non uscirei di casa. Perché devo avere attorno a me cose che mi rendono la giornata piacevole'". E a cuore aperto rivela: "Sono cose materiali? Sì. È destabilizzante raccontarlo? Sì, ma mi rasserenano. Non significa che se metto il mio sedere su una Panda muoio. Ma significa che se devo andare oltre il limite devo essere appagato".
Francesco ripercorre anche la sua storia, partendo dal rapporto con la madre: "Mi fece vivere il mondo degli hippie e la vita nella comune". E ricorda il periodo passato nella comunità di Frate Ettore a Seveso agli inizi degli anni 90: "Erano gli anni dell'Aids. Con Frate Ettore andavamo alla stazione di Milano a prendere gli infetti. Lì capii cos'era la fede e la Divina Provvidenza".
Spazio ovviamente anche agli inizi nel mondo della musica: "A scuola di Comunione e Liberazione lessi un libro di Don Giussani, su quanto è importante trovare il proprio Io. E io lo trovai dopo aver visto un concerto di Jovanotti, uno che non cantava e basta, ma usava la musica per comunicare il suo mondo". Proprio sulla sua parentesi musicale, Facchinetti spiega i primi anni con Cecchetto, seguiti dal boom di successo e dal periodo di crisi dopo aver lasciato la conduzione di X-Factor: "Appena arrivato mandai via la vecchia guardia degli autori Rai, volevo un mio team di giovani. Andò bene, ma diedi fastidio a un po' di gente. Appena sbagliai me la fecero pagare. Da golden boy della tv italiana diventai un 'appestato', vietato ogni studio televisivo".
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