Segretari e addetti militari, consiglieri e semplici impiegati: ecco chi sono le spie di Mosca espulse dall'Italia
La maggioranza dei diplomatici rimpatriati erano già tenuti sotto controllo dall'Agenzia di informazioni e sicurezza interna, che li aveva individuati con certezza come 007 di Mosca
Segretari, consiglieri, rappresentanti commerciali, addetti militari ma anche semplici impiegati che apparentemente si occupavano di normali pratiche ordinarie. Sono queste le spie di Mosca che il ministero degli Esteri italiano ha deciso di espellere. Si tratta di 30 persone con passaporto diplomatico, il 20% circa dei rappresentanti moscoviti nel nostro Paese. Quando le "persone non gradite" sono state identificate per il rimpatrio entro 72 ore, l'Aisi, l'Agenzia di informazioni e sicurezza interna, è entrata in campo con il suo elenco di addetti che già erano stati individuate come agenti segreti.
Monitorati dall'Aisi - Fra i trenta nomi, almeno 25 sono considerati legati a una delle tre sigle dei servizi segreti russi, come scrive il "Corriere della Sera", cioè Svr, Fsb, Gru: la prima si occupa di spionaggio all'estero, la seconda di sicurezza interna e la terza di intelligence militare. Al momento della richiesta di accredito al ministero italiano, gli incarichi dichiarati sarebbero stati soltanto una copertura: l'Aisi li definisce 007 con il compito di rubare informazioni o agganciare persone in grado di dare notizie utili alla Russia, oppure responsabili o delegati ad attività commerciali attivi nelle imprese o in particolari settori.
I diplomatici russi espulsi dai Paesi Ue
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