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Cucchi, il Pg della Cassazione: per Stefano fu una "via crucis" notturna

 In aula, Tomaso Epidendio ha chiesto la conferma delle condanne per i quattro carabinieri implicati nella morte del geometra: "Fu una punizione corporale di enorme gravità"

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"Fu una via crucis notturna quella di Stefano Cucchi, portato da una stazione all'altra". Lo ha sottolineato in aula il Pg della Cassazione Tomaso Epidendio, all'udienza per il pestaggio subito dal giovane geometra ad opera dei carabinieri nella caserma Casilina, nel 2009 a Roma. Epidendio, ha chiesto la conferma delle condanne per i quattro carabinieri implicati nella morte di Cucchi.

"Tutti impressionati dalle condizioni di Cucchi" - "Tutte le persone che entrarono in contatto con lui dopo il pestaggio sono rimaste impressionate dalle condizioni del Cucchi", ha aggiunto il procuratore generale. "Si tratta di un gran numero di soggetti tra i quali infermieri, personale delle scorte, detenuti, agenti di guardia. Davvero si può ritenere che questo numero impressionate di soggetti abbia congiurato contro i carabinieri?".

Processo Cucchi, condannati due carabinieri: la sequenza del pestaggio

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"Punizione corporale di enorme gravità" - Il pestaggio attuato dai carabinieri nella caserma Casilina "è stato una punizione corporale di straordinaria gravità, caratterizzata da un'evidente mancanza di proporzione con l'atteggiamento non collaborativo del Cucchi". Per questo, il Pg ha chiesto la conferma dell'aggravante dei futili motivi per gli imputati.

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