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Newlife, l’app social nata per aiutare dove gli utenti ci mettono la faccia

Raccoglie una community di “newlifer”, che si aiutano tra loro mettendo a disposizione conoscenze, tempo e sostegno

Una nuova app che vuole ridefinire il nostro approccio con i social network, recuperando la loro originaria funzione di collettore e connettore di vite diverse. Si chiama Newlife ed è un progetto tutto italiano, nato durante il lockdown, che punta a dare vita a una community in cui condividere consigli, conoscenze e impegno per chi ha bisogno, oppure dove chiedere aiuto a chi è più esperto. Newlife è uno spazio popolato da persone vere, i newlifer, che si mettono a disposizione per migliorare il mondo passo dopo passo, attraverso il sostegno reciproco e la collaborazione. Dietro l’idea c’è Mauro Tiberti, Ad di ODStore.

Niente filtri, nessuna corsa a gonfiare il proprio seguito di follower: Newlife punta alla concretezza e all’azione, sfruttando il reale potere dei social, quello di creare solide connessioni. Newlife si focalizza sulla responsabilità individuale dei newlifer e infatti tutti gli iscritti sono verificati tramite SPID oppure autenticati caricando in modo sicuro un documento di identità attraverso la società internazionale Onfido. Leoni da tastiera o haters anonimi non trovano quindi alcuno spazio su questa piattaforma.

L’applicazione ufficiale per Android e iOS ha debuttato su Play Store e App Store di Apple in Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, in italiano e in inglese. La registrazione è gratuita per gli utenti privati, mentre le aziende possono optare per pacchetti di visibilità semestrali. Dopo aver completato l’autenticazione tramite SPID o documento d’identità, si potranno indicare i propri interessi così da ricevere ogni giorno informazioni e servizi utili, oltre che tante altre opportunità tutte da scoprire. E soprattutto si potrà rispondere alle domande e alle richieste dei Newlifer vicini o lontani condividendo conoscenze, aiuti concreti e esperienze. A ogni utente viene assegnato un punteggio in base alle attività svolte, che può essere incrementato raggiungendo obiettivi che stimolano quindi l’interazione solidale tra gli iscritti.

Sono quattro le macro-aree a disposizione sull’app di newlife:
Help Me: il fulcro dell’app, lo spazio per chiedere e donare aiuto, selezionando anche l’area geografica per una migliore interazione di prossimità;
Chat: il sistema di messaggistica interna per comunicare con gli altri newlifer verificati e autenticati grazie a DayHour un sistema innovativo che consente più libertà;
Eventi: ogni utente privato o aziendale potrà promuovere gli eventi reali o virtuali e condividerli sulla piattaforma.
Informazione: molteplici pianeti esplorabili per approfondimenti su tematiche diverse, con un occhio di riguardo alla positività e alla raccolta di consigli utili per la vita quotidiana.

L’idea di newlife è nata durante il primo lockdown. Mauro Tiberti osservava una Milano deserta e percepiva l’angoscia attorno a sé. Era arrivato il momento di provare a aiutare gli altri in modo concreto. "Uno dei maggiori problemi della modernità è che non ci guardiamo più in faccia, viviamo tutti assieme ma siamo estranei l'uno all'altro - spiega Tiberti. - Una notte mi sono svegliato all'improvviso, avevo l'idea in testa. Ho preso un foglio, una biro e ho iniziato a scrivere una storia. Quando l'ho finita, mi son detto: "Ora però devi realizzarla". Mi son ripromesso di non metterla in un angolo nel momento in cui l'economia fosse ripartita e tutti saremmo stati risucchiati dalle dinamiche precedenti, dalla frenesia di sempre, dalle beghe quotidiane. Mia nonna Domenica mi diceva sempre di farmi un nodo al fazzoletto, quando avessi preso un impegno con me stesso e fossi deciso a onorarlo. Niente nodo al fazzoletto: mi son fatto realizzare un tatuaggio, nell'aprile 2020. Una scritta: "newlife". È sul mio polso destro, perché volevo poter rileggere questo messaggio che mi ero mandato, ogni volta che mi fossi lavato le mani".

A supporto del lancio una massiccia campagna pubblicitaria, curata per Newlife dal Direttore Creativo Esecutivo Massimo Verrone, che prende avvio dal claim principale di newlife: "Born to help", la missione con la quale la app si presenta al suo pubblico. 

"Abbiamo pensato a una campagna che posizioni Newlife in modo distintivo rispetto allo scenario competitivo - spiega Massimo Verrone. I social, dove trascorriamo mediamente due ore e mezza al giorno, perlopiù costituiscono una pausa ludica dove guardare quello che fanno gli altri, invece con Newlife non “si guarda”, ma “si fa” concretamente qualcosa per gli altri. Newlife è nata per aiutare".

Come spiegare efficacemente tutto questo? Definendo la diversità di newlife rispetto agli altri social: non una contrapposizione, ma una rivendicazione della propria identità. "Abbiamo scelto una cifra leggermente provocatoria", spiega Claudia Bavelloni, Copywriter della campagna di lancio. E allora ecco alcuni titoli: "Il social network dove i leoni da tastiera sono estinti". Oppure: "I social sono pieni di haters. Tranne uno". E ancora: "L'app dove essere famosi è ininfluencer".