FIRMATO IL DECRETO

Gas russo da pagare in rubli, cosa vuole Putin e le possibili conseguenze

In Europa rappresenta il 40% delle forniture. Secondo alcuni analisti, la decisione del Cremlino è volta solo a ridare vigore alla valuta russa, crollata dopo l'inizio dell'offensiva contro l'Ucraina

© Ansa

"Da oggi il gas russo si paga in rubli": Vladimir Putin passa dalle parole ai fatti e, dopo averlo annunciato il 23 marzo, giovedì ha firmato il decreto con il quale dal primo aprile 2022 i cosiddetti Paesi ostili, quelli che hanno varato le sanzioni economiche contro Mosca, per onorare i loro contratti con Gazprom dovranno avere dei conti bancari nella valuta di Mosca. L'alternativa è lo stop alle forniture

Quanto pesa il gas russo in Europa - La Russia è il secondo produttore mondiale di gas naturale, dopo gli Stati Uniti, possiede le maggiori riserve ed è il più grande esportatore: nel 2021 il Paese ha prodotto 762 miliardi di metri cubi di gas naturale e ha esportato circa 210 miliardi di metri cubi tramite gasdotti. Nel 2021, il gas naturale russo ha rappresentato il 45% delle importazioni e quasi il 40% della domanda di gas dell'Unione europea, con Germania, Turchia, Italia, Bielorussia e Francia come maggiori importatori.

Cosa prevedono i contratti con Gazprom e la reazione di Francia e Germania - I contratti stipulati con Gazprom fissano le quantità, il prezzo e le valute in cui devono essere pagate le forniture. Cambiare uno solo di questi paletti rappresenta, è la tesi degli occidentali, con Parigi e Berlino in testa nella contestazione, una violazione. Francia e Germania hanno fatto sapere di starsi preparando nel caso in cui la Russia bloccasse davvero il flusso di gas verso l'Europa, coordinandoai per reagire all'eventuale shock energetico provocato dal Cremlino.

I primi pagamenti in rubli previsti per la fine di aprile - Le decisioni di Putin, comunque, non avranno alcuna conseguenza immediata. I prossimi pagamenti, quelli per le spedizioni di gas di aprile, sono previste a seconda dei contratti o alla fine del mese o a maggio.

La possibilità dei pagamenti in euro su conti della banca russa Gazprombank - La situazione però potrebbe non essere così drammatica. Il meccanismo contenuto nel decreto Putin prevede infatti che gli acquirenti dei Paesi europei ostili paghino la loro bolletta versando le somme in euro in un conto di Gazprombank, la banca del colosso energetico di proprietà del governo di Mosca esclusa dalle sanzioni occidentali e che ancora fa parte del circuito dei pagamenti internazionali Swift. Gazprombank, quindi, con quel denaro in valuta estera aprirà a sua volta dei conti speciali in rubli.

Il provvedimento indica inoltre anche la possibilità di concedere alcuni permessi per continuare ad effettuare pagamenti non in rubli. Sarà la commissione governativa che vigila sugli investimenti stranieri a dover approvare entro dieci giorni la procedura di autorizzazione di tali permessi.

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La rivalutazione del rublo dietro la decisione di Putin? - Secondo alcuni osservatori, la decisione del Cremlino sarebbe una mossa il cui unico scopo è in realtà quello di ridare vigore a un rublo in caduta libera a causa delle sanzioni occidentali, soprattutto quelle che hanno colpito, congelandole, le riserve valutarie all'estero della Banca Centrale della Federazione Russa.

Non è un caso che la divisa di Mosca si sia riapprezzata nelle ultime ore tornando di fatto ai livelli di prima dell'invasione dell'Ucraina: per un dollaro servono ora circa 76 rubli, mentre all'inizio di marzo ce ne volevano quasi 150. Balzo anche della Borsa di Mosca che ha guadagnato dopo l'annuncio del presidente russo il 6,3%, con il titolo Gazprom impennatosi del 12%. Mentre il prezzo del gas è salito a quasi 130 euro a Mwh in Europa, volando di oltre il 5%. 

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